Le vie del perdono sono infinite. Ma di perdono per don Gallo da parte del cardinale Bertone non si può ancora parlare. Ieri alla Guardia se ne è avuta unaltra conferma. Al termine della santa messa, prima di salire in macchina, lArcivescovo di Genova è stato avvicinato da un paio di cronisti che gli hanno chiesto le ultime notizie sul «nemico» don Gallo. Soprattutto alla luce della linea dura ribadita a chiare lettere dal fondatore della comunità di San Benedetto nelle ultime ore («Non prendo ordini da Bertone. Andrò a votare i referendum», il pensiero di Don Gallo anticipato da Il Giornale venerdì 3 maggio). Bertone, visibilmente irritato, scandisce poche, significative parole: «Devo ancora leggere la lettera di don Gallo», quella in risposta allinvito della Curia «a fare chiarezza su quanto attribuitogli», e cioè la posizione assunta dal prete «scomodo» sul referendum sulla procreazione assistita. Quindi Bertone ha aggiunto: «Io e don Gallo ci siamo già visti tante volte», lasciando la frase in sospeso. «Accoglierà di nuovo don Gallo a braccia aperte?». «Quello sempre» risponde il cardinale con fare paterno. Salvo però aggiungere subito dopo una frase che tutto sembra fuorché il preludio al perdono di don Andrea: «Però anche lui deve avere mente aperta e cuore aperto».
Parole che fanno il paio con quelle della lettera inviata dallArcidiocesi a don Gallo: «Se il sacerdote Andrea Gallo non farà chiarezza su quanto attribuitogli, smentendo le notizie apparse e rettificando pubblicamente, lAutorità ecclesiastica si vedrà costretta a prendere i provvedimenti canonici del caso». Ovvero: sospensione a divinis, cioè divieto a dispensare i sacramenti. In attesa del perdono (dato per scontato dai soliti ben informati) il giallo continua.
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