Don Gallo: «Difendo D’Elia chi non lo fa è un violento»

Il sacerdote si schiera con l’ex terrorista oggi segretario dell’aula di Montecitorio

«Sergio D’Elia? È chi non l’accetta ad essere ideologicamente violento». Parole forti che arrivano, manco a dirlo, da un uomo contro. Un prete contro. Don Andrea Gallo, ancora una volta farà discutere. Questa volta prende posizione in difesa di un ex terrorista. «Personalmente sento Sergio D'Elia un mio compagno di strada». E così don Gallo interviene sulle polemiche sollevate dopo l'elezione di D'Elia a segretario dell'aula di Montecitorio. Il fondatore della comunità «San Benedetto al porto» di Genova non mostra dubbi. «Conosco da tempo Sergio D'Elia - dice il sacerdote -. Non mi stupiscono le proteste di chi ancora non ha scelto definitivamente la nonviolenza». «Sergio - dice ancora don Gallo - ha dimostrato, con tutta la sua passione per l'Uomo, per il Diritto, per la Giustizia, e senza cedere alla rassegnazione, all'indifferenza, alla disperazione, la possibilità di un salto di qualità, nella continuità del suo impegno politico e sociale dalla parte dei più deboli ed indifesi, ha incontrato con la Rosa nel Pugno la forza del dialogo e dell'Amore». «La sua “sconfitta” - aggiunge - si è trasformata in una liberazione. Dall'azione estrema e irreparabile, consapevolmente è entrato in un cammino di crescente risarcimento». «Chi non l'accetta - conclude il sacerdote - è ancora ideologicamente violento».
Contro l’elezione di D’Elia a segretario dell’aula di Montecitorio si sono scagliati in molti. D’Elia faceva parte di Prima Linea, l'organizzazione terrorista di sinistra di cui fu il dirigente. Condannato a 30 anni di prigione per omicidio, è uscito dal carcere recentemente. Nel 1986, si è iscritto al Partito Radicale durante la campagna per i mille iscritti, abbracciando così le posizioni nonviolente dei radicali.

A partire dal 1987, nella Segreteria del Partito Radicale, si è occupato della riforma penitenzaria. In seguito ha fondato con Maria Teresa De Lascia l'associazione «Nessuno Tocchi Caino»" per l'abolizione della pena di morte nel mondo dopo l'anno 2000.

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