Caro dottor Lussana, ancorché ritenga si sia troppo parlato del sacerdote Andrea Gallo, le cui esibizioni folkloristiche seguo da molti anni essendo suo quasi coetaneo, desidero aggiungere alle altre questa mia considerazione.
È indubbio che la multiforme attività e l'impegno profusi dall'interessato nell'ambito del sociale e della solidarietà umana gli hanno consentito di conseguire risultati decisamente apprezzabili e meritori.
Purtroppo gli fa difetto l'Umiltà (virtù predicata da Cristo ed essenziale per chi ha scelto il sacerdozio), inversamente proporzionale alla sua smisurata mania di protagonismo e presenzialismo che lo porta ad esibirsi,quale discreto attore di avanspettacolo, sulle scene dei teatrini politici di chiara tendenza comunista, suscitando riprovevoli e giustificati commenti negativi da parte dei cattolici tradizionali e non.
Premesso quanto sopra, considero sostanzialmente inutile e superflua la sospensione «a divinis» eventualmente applicata al prete in questione che, per contro, riceverebbe un'ulteriore esaltazione del suo modo di apparire, non scevro da arroganza e superbia, insofferente ai richiami dei suoi superiori, come già ampiamente dimostrato anche su queste pagine.
Pertanto sarebbe più opportuno ridurlo, senza indugiare oltre, allo stato laicale colla conseguenza che,togliendo quel «don» prefisso al suo nome, torni ad essere il «signor» (o, meglio, il «compagno») Andrea Gallo con tutti i diritti di esprimere e divulgare liberamente e legittimamente le proprie idee politiche senza farsi scudo della tonaca indossata (od addirittura esibendola arricchita di fazzoletti rossi o multicolori, maglietta raffigurante il noto pacifista Ernesto Che Guevara e svariati copricapi).
Nella mia vita ho conosciuto diversi cosiddetti «preti da strada», come il Gallo ama definirsi, e «preti operai».
Ma li ho sempre visti esercitare il loro sacro mandato colla gioia di sentirsi veri servitori di Cristo, mai alla ricerca della ribalta o del protagonismo futile ma ponendo in essere gli insegnamenti del Vangelo con riserbo, discrezione e tanta gloriosa modestia.
Se Qualcuno volesse raccogliere questo mio suggerimento, penso che molti sarebbero consenzienti: Lei, che ne pensa?
Con profonda stima e sincero apprezzamento per la Sua conduzione della genovese de il Giornale, molto cordialmente la saluto.
Gian Giacobbi
Genova
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