nostro inviato a San Marino
Il Tre Fiori, - squadra che è andata a un passo da una storica qualificazione al secondo turno di Champions League, perdendo solo ai rigori ad oltranza dagli andorrani del Saint Julià, dopo essersi abbondantemente meritata il passaggio del turno - si era portato avanti mettendo in panchina l'allenatore Sperindio, onomasticamente adatto alla situazione. Poi, alcuni giocatori della Juvenes-Dogana, impegnati nel secondo turno di Europa League (sì, la Coppa Uefa ribattezzata dall'Uefa), hanno contribuito a creare l'atmosfera con alcuni rinvii alla "viva il parroco", che si chiamano così sin da quando la competizione europea si chiamava Coppa delle Fiere. E le parate dello straordinario portiere sammarinese Simone Montanari, che giovedì sera hanno permesso alla Juvenes-Dogana di uscire sconfitta solo per una rete a zero e quasi di sfiorare il pareggio nell'andata contro i quotati polacchi del Polonia Varsavia, nonostante fosse già in svantaggio dopo 32 secondi di gioco, si possono classificare direttamente nella categoria dei miracoli. Così come è soprannaturale la presenza in campo in una coppa europea di Maurizio Galli, classe 1962, roba che Maldini era un ragazzino.
Insomma, le caratteristiche c'erano tutte. E il fatto che il presidente della Juvenes Dogana sia un sacerdote fa il resto: don Giuseppe Innocentini è l'anello mancante che trasforma una società nata come squadra dell'oratorio in una formazione che entra direttamente al secondo turno di Europa League. Del resto, la polisportiva di don Giuseppe è una specie di Real Madrid o Barcellona: c'è il ciclismo, c'è il ping pong, c'è la pallavolo, c'è il motociclismo e pure la pesca. E quindi, secondo turno diretto. Tanto per capirci, Rosenborg e Anorthosis, che abbiamo ammirato nelle scorse stagioni come protagoniste della Champions, hanno dovuto sobbarcarsi un preliminare di più. Il motivo per cui la squadra del don è già qui va ascritto ai misteri della fede Uefa, che l'immaginifico presidente della Federazione calcio sammarinese spiega così sul match-program della partita. Testuale: «La Juvenes-Dogana che in virtù dei concatenati meccanismi delle norme Uefa nella composizione delle graduatorie di merito farà di tutto per fare bene forte anche della positiva esperienza maturata l'anno scorso nella stessa competizione». Sublime. E divino.
E, come si conviene a una squadra nata all'oratorio, don Giuseppe Innocentini condisce giustamente la prova dei suoi con parole eticamente bellissime, che ci piacerebbe sentire anche in serie A: «Certamente i ragazzi daranno prova di serietà mettendoci l'impegno agonistico e morale». Morale, sì, proprio come ci insegnavano in parrocchia. E ancora: «Nell'attesa del doppio incontro invitiamo tutti i giocatori a prepararsi a tale evento con spirito di solidarietà e di sacrificio, dovendosi allenare ininterrottamente anche nella calura estiva». Parole torride, nel senso letterale della parola, degne di una squadra dell'oratorio.
La speranza, stavolta, è che, stavolta, nessuno si offenda. Quando avevamo raccontato - rapiti - il primo turno di Champions a Montecchio, simile a una sagra paesana, il più serio e completo quotidiano sportivo sammarinese (nonchè primo e unico), "Lo Sportivo", ci ha addirittura dedicato l'apertura dell'edizione: "Attacco del Giornale" e "Irriverente articolo", leggendo sull'"edizione on line" (sul cartaceo, no?), un «sarcasmo travestito in ironia». Ma in realtà la nostra era reale stima e ammirazione nei confronti del calcio dilettantistico sammarinese. E l'articolo posizionato proprio sotto il richiamo di Michel Platini contro il calcio miliardario, lo dimostrava ampiamente.
Il resto - sempre a dimostrare i poteri superiori del calcio dell'oratorio approdato in Uefa - lo fa lo scenario.
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