(...) perché proprio degni dellamore dei loro compatrioti evidentemente non lo sono.
In fondo, spiega il signor Farinella che ci tiene a definirsi prete (intanto nessuno lo ferma), «i soldati morti sapevano che potevano morire (fa parte del loro mestiere), ma sono andati ugualmente per scelta e per interesse economico, cioè per guadagnare di più. So anche che molti vanno per il brivido della guerra, per dirla alla popolana per menare le mani e sperimentare armi nuove e di precisione. Dovè leroismo nelluccidere sistematicamente, per sbaglio o per fuoco amico, civili che a loro volta sono vittime nel loro paese e vittime degli occupanti stranieri?». Perfetto. Cè altro? Non aggiunge don Paolo che sono andati là per stuprare donne e bambini? Non è unamara battuta. Perché il prete riesce ad arrivarci molto molto vicino. «Dopo 8 anni di peace-keeping lAfghanistan si trova con un presidente fantoccio, Karzai, corrotto e corruttore, che sta lì perché ha imbrogliato almeno un milione e mezzo di schede elettorali, che per vincere e avere i voti dei capi tribù ha introdotto nel diritto democratico, difeso dalle armi occidentali, il diritto del marito di stuprare, violentare, picchiare e anche uccidere la moglie e le donne in sua proprietà. È questo lobiettivo per cui sono morti i militari italiani, inglesi, spagnoli, tedeschi, e americani? Ne valeva la pena!».
Gli attacchi al governo e a Silvio Berlusconi da parte del prete, che è sotto «processo» ecclesiastico per le sue esternazioni sul testamento biologico ma non per altro, non fanno neppure più notizia. Il fatto nuovo, per quanto prevedibile, è che Farinella ce lha con i parà uccisi perché il loro sacrificio «in Italia, ha interrotto la democrazia, facendo spostare la manifestazione a favore della libertà di stampa di sabato 19 settembre 2009 ad altra data. È il segno della mistificazione. Queste morti sono funzionali al governo che così raffredda la piazza, allontana un colpo di maglio sferrato dalla società e il presidente del consiglio, lamico di Bush e Putin, riprende la scena, mostrandosi afflitto e piangente ai funerali «dei nostri ragazzi», espressione orrenda che nega la verità dei fatti e conferma le ragioni che vi stanno dietro». Non un attentato, dunque, ma un suicidio di massa per fare un favore a Berlusconi. Forse anche per questo, secondo il sacerdote genovese è bene distinguere tra «gli innocenti Afghani e i soldati italiani», che altro non sono che «militari di carriera che sono andati da sé in un Paese in guerra e sono andati armati.
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