Don Verzé: «Errori nel passato, ora avanti con la nostra missione»

Entro agosto il cda avrà un’idea chiara sui conti del San Raffaele e presto, anche per dare un segno di discontinuità con il passato, la Fondazione avrà un nuovo statuto. Lo ha deciso ieri il cda riunitosi sotto la presidenza di don Luigi Verzé. I consiglieri, si legge in una nota, «hanno proseguito nell’analisi della situazione contabile secondo il programma che prevede per la fine del mese di agosto la conclusione dell’iter di ricognizione delle grandezze economiche». Sul tavolo del cda le diverse opzioni percorribili per avviare il piano di risanamento. Quel che è certo è che l’attività clinica e di ricerca sono il core business. «Elemento comune di tutte le alternative considerate - sottolinea la nota - è la centralità della struttura clinica e di ricerca». Inoltre, prosegue la nota, «è stata ribadita la messa in sicurezza nel medio termine degli stipendi e delle forniture necessarie all’attività clinica». Il consiglio, conclude il comunicato diffuso al termine della riunione, «ha convenuto sulla necessità di avviare una revisione del quadro delle regole statuarie oggi vigenti al fine, ha dichiarato Don Verzé di «assicurare la necessaria discontinuità dal passato e dagli errori commessi».


Intanto la procura sta lavorando sull’archivio segreto di Mario Cal, il braccio destro di Don Verzè che si è ucciso il 18 luglio: dodici scatoloni trovati nella cantina di una villetta in Brianza e portati alla Procura della Repubblica di Milano, dove i pm Luigi Orsi e Laura Pedio hanno aperto un’inchiesta sull’insolvenza del San Raffaele (un miliardo di debiti). Ora quei documenti potrebbero rappresentare una svolta per le indagini.

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