Dondarini disastro ma non sul rigore fischiato a Sissoko

Sul rigore assegnato dall’arbitro Dondarini alla Reggina (fallo di Sissoko su Amoruso) la disinformazione è stata pressoché totale per geopolitica, demagogia e soprattutto ignoranza del regolamento. Nella gabbia sono finiti anche gli addetti ai lavori. Si è scritto, parlato e urlato di tutto: che mancava la volontarietà, che poteva starci il gioco pericoloso, che il pallone andava chissà dove. Rigore dubbio, insomma. Invece il fischietto di Finale Emilia, uscito illeso da un paio di intercettazioni telefoniche dove non fa certo un figurone, ci ha preso almeno in questa circostanza. Sgomberiamo subito il campo da qualche luogo comune: la volontarietà è prevista soltanto sui falli di mano, il gioco pericoloso non esiste quando c’è contatto, la concessione del rigore è indipendente dalla posizione del pallone. Piuttosto sottolineiamo che Sissoko, colpendo la schiena di Amoruso invece del pallone con una semirovesciata tanto spettacolare quanto sconsiderata, si è reso protagonista di un intervento negligente e imprudente. La guida pratica dell’Aia intende per negligenza «mancanza di un corretto autocontrollo nell’affrontare un avversario» e per imprudenza «comportamento di noncuranza nel contrastare un avversario in azione di gioco in quanto non tiene conto del rischio e delle conseguenze per l’avversario». Come si può quindi affermare il contrario in virtù di ragionamenti che non stanno né in cielo né in terra, ma aumentano la confusione e influenzano negativamente l’opinione pubblica?
La neutralità dei media è un’opzione, forse un’utopia. Ma non c’è troppo da stupirsi al pensiero che l’interpretazione del Vangelo ha causato guerre più o meno sante. Figuratevi quindi come è facile scontrarsi e spaccare l’opinione pubblica su temi così proletari come la giustezza di un rigore o di un fuorigioco.
Che poi Dondarini abbia sbagliato in altre situazioni, e anche grossolanamente, è un altro discorso. Incomprensibili, per esempio, i motivi che lo hanno indotto a chiudere gli occhi sullo sgambetto di Valdez a Sissoko. E magari sulla cintura dell’uruguaiano ai danni di Nedved.

Fuori luogo anche la grazia concessa a Legrottaglie che, dopo avergli messo ripetutamente le mani addosso, è rimasto incredibilmente in campo. Vada a farlo in Champions League... È arrivato il momento che Collina esca allo scoperto e si racconti al pubblico senza riserbo.

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