Doni, Mezzaroma, Pederzoli e Viviano «Siamo innocenti. Fiducia nei magistrati»

Signori, Doni, Bettarini, il giorno dopo è quello del silenzio. In un breve comunicato il capitano nerazzurro si dice estraneo ai fatti che gli sono contestati: «Ho sempre agito nel rispetto delle regole e ripongo massima fiducia negli organi di giustizia ordinaria e sportiva che appureranno la mia assoluta estraneità». Frasi scontate. Luciano Moggi ha già condannato Signori: «Chiede pietà ma non la riceverà. Ora la gogna tocca ad altri, il mondo del pallone è più sporco di prima». C’è chi si è rifugiato dietro le parole del l’ avvocato: «Alex Pederzoli pur essendo molto amareggiato, è comunque molto sereno, convinto di poter dimostrare davanti all’Autorità giudiziaria e sportiva la sua completa estraneità». Il presidente del Siena Massimo Mezzaroma si è affidato al sito ufficiale del club: «Sono certo che verrà confermata la nostra totale estraneità e ribadisco la totale fiducia nell’azione della magistratura. Osservo però quanto sta accadendo con grande amarezza e mi chiedo se il gioco valga la candela». Ma c’è anche chi ha avuto la forza di prendere le distanze: Leonardo Acori era sulla panchina della Cremonese il 14 novembre 2010 quando furono avvelenate le borracce di tè e acqua contro la Paganese e i giocatori si sentirono male quasi tutti: «Faccio calcio da 40 anni e una cosa del genere non l’avevo mai vista: che nel tuo spogliatoio possano succedere cose del genere è incredibile, traumatizzante.

Da quel giorno alla Cremonese nulla è stato più uguale». E poi c’è il giovane portiere Viviano che difende tutta la squadra: «Brescia-Bologna fu solo una partita in cui giocammo male. Noi del Bologna ci sentiamo puliti».

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