da Roma
Cercano scampo dalle fiamme, volano giù dal quarto piano. Tragedia nella notte a Roma, nel centralissimo rione Esquilino, a pochi passi dalla stazione Termini. Muoiono madre e figlio, di 38 e 9 anni, bengalesi. La donna, Mary Begum, in preda al panico, ha stretto a sé il piccolo Hassib Mohamod finché ha potuto. Lha aiutato a scavalcare una finestra che dà sulla chiostrina delledificio, un palazzo a sei piani in stile umbertino, ha poi tentato disperatamente di tenersi aggrappata con una mano ai cavi dello stendipanni, con laltra allo stipite dellapertura. Finché quel filo non sè spezzato. Uno schianto di dodici metri. Secondo i testimoni Mary sarebbe rimasta lì per un tempo «infinito». «Quasi mezzora - azzardano i vicini -. Le urlavamo di resistere, che i soccorsi stavano per arrivare. Ma al 113 non rispondeva nessuno e i minuti trascorrevano inesorabili. Quella figura esile col piccolino avvinghiato al collo, alla fine, è precipitata giù, inghiottita nel vuoto». Il rogo è divampato al quarto piano della palazzina al civico 39 di via Michelangelo Buonarroti, scala A, intorno alla mezzanotte e mezzo di sabato. Tutte da verificare le cause che vigili e carabinieri, per ora, sostengono «accidentali». Una scintilla da una matassa di fili «volanti» lungo il corridoio, vicino a una montagna di buste stracolme di cappellini, cinte e capi dabbigliamento altamente infiammabili, oppure una candela lasciata distrattamente accesa. Spiega il comandante provinciale dei pompieri, Guido Parisi: «Lincendio si è propagato a due delle stanze che davano sul corridoio. La plastica e altro materiale bruciato hanno prodotto molto fumo. Le fiamme, di per sé, non hanno causato molti danni. Tanto che tutto il resto dello stabile è agibile. Per quanto ci riguarda siamo arrivati in 3 minuti dallSos». Era terrorizzata Mary. Nellappartamento di oltre 150 metri quadrati, cinque camere più bagno e cucina, viveva da anni con il piccolo Hassib, il figlio maggiore Hassan, di 17 anni, il marito Babul, da 16 anni in Italia, e un cognato. Questi due, però, sabato erano fuori per lavoro. Inquilina dal 90 unaltra donna di 57 anni, Palmina D. F. E stando alle testimonianze (e alla decina di altri letti rinvenuti nella casa) al momento del rogo cerano altri 8 cittadini originari del Bangladesh, forse non in regola col permesso di soggiorno. Mary era langelo domestico: era lei che sistemava la casa, che preparava da mangiare per tutti. Eppure proprio con litaliana gli animi erano tesi. Quando i primi soccorritori lhanno trovata nellappartamento, tra il fumo acre e la temperatura infuocata, lei era incredula, forse soltanto sotto choc: «Non è successo niente, niente», ha detto. Neanche due settimane fa Mary era stata dai carabinieri di piazza Dante per riferire lennesima lite: «Quellarpia - aveva detto - mi ha affrontata con un coltello da cucina, mi ha anche ferita e ha strattonato mio figlio Hassab». Ma non seguì una denuncia formale. Laltra notte, ancora gli occhi gonfi di paura, Hassan, in strada raccontava: «Stavo guardando la tv con la mamma e il mio fratellino. Allimprovviso ho visto lanciare un fiammifero addosso a una tenda che dà sulle nostre stanze. Ho gridato il fuoco, il fuoco e sono scappato via. Devessere stata litaliana». Incalza Babur: «Quella donna ci minacciava sempre. Ci aveva detto che dovevamo pagare pure il suo affitto, che se non lavessimo fatto avrebbe buttato Hassib dalla finestra». Palmina è stata ascoltata nella notte e di nuovo nel pomeriggio dai carabinieri.
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