Sport

Una donna guida i Giochi dell’Fbi

Tony Damascelli

nostro inviato a Torino

Dietro ogni angolo. Dietro ogni automobile o bus. Sotto la scrivania forse. Spie, agenti, o guardie del corpo, per dire meglio ed evitare l’apertura di inchieste e la convocazione per gli interrogatori. È l’altro mondo che vive dentro Torino, dentro l’Olimpiade, restando ai margini del circo e pilotandolo a distanza. I Giochi a cinque cerchi prevedono due cerchi supplementari, quelli dei binocoli, che tutto osservano, controllano, seguono. Roba da film giallo, senza effetti speciali ma l’aria che si respira provoca qualche vibrazione. Ci sono due realtà: quella ufficiale, visibile, quasi plateale delle forze dell’ordine, carabinieri, polizia, guardia di finanza e forestali. Sono in numero di quindicimila, così suddivise: quattromila e quattrocento agenti di pubblica sicurezza, tremila e quattrocento carabinieri, mille e cinquecento uomini delle fiamme gialle, cioè la guardia di finanza, duecento e cinque guardie forestali, ai quali vanno aggiunti quelli della polizia municipale (un tempo erano i vigili urbani).
Stanno giorno e notte dinanzi ad alberghi, residence, consolati, ambasciate, siti olimpici. Ai varchi di accesso nei vari stadi e piste usano i potenti mezzi della tecnologia moderna ma i metal detector vanno in tilt al primo colpo di freddo. Si passa allora ai metodi antichi, per favore apra la borsa, la sacca, la valigia, in alto le braccia, via la cintura e l’orologio, si palpa, si tocca, grazie, prego, scusi, la coda aumenta, la pazienza diminuisce. Per fortuna non piove, non nevica, il freddo è accettabile, altrimenti fare la fila all’aperto non sarebbe un sollazzo La maggioranza dei militi viene dal sud, accento calabrapugliocampanosiculo, con la neve e dunque con le Olimpiadi invernali hanno un rapporto che, da 1 a 10, presuppone il segno - prima della cifra. Chiedono notizie dell’Inter e della Juventus, nessuno, dico nessuno domanda di Zoeggeler che è pure uno di loro, della benemerita.
Poi c’è la cosidetta milizia occulta. Fbi per dirne una. Dagli Stati Uniti ne è arrivata una rappresentanza, direi una dozzina, non si può definire il numero. Hanno preso stanze a Torino dal mese di marzo scorso, hanno studiato il territorio, le zone più calde, San Salvario, vicino alla stazione ferroviaria di Porta Nuova.
Sono guidati da una donna, a sua volta controllata a vista dalle truppe nostrane. Se è severamente proibito parlare al conducente sui tram figuratevi voi chi possa osare avvicinarsi a questi signori della Federal Bureau of Investigation che hanno tutti la stessa cilindrata facciale, imperturbabile, con auricolare e molla, impermeabile tipo tenente Colombo però fresco di un passaggio in tintoria, cravatta nera su camicia bianca ovviamente a maniche corte anche se fuori la temperatura torinese consiglierebbe un bel maglione con le stelle alpine. Servizi segreti a Caselle, aeroporto, al Sestrière dove c’è la maggiore concentrazione di personaggi illustri, gruppi addestrati a Pinerolo perchè se il curling è roba divertente sul ghiaccio, in tribuna fanno passerella nobili e regnanti e allora è meglio tenere alta l’attenzione. La presenza di lady Bush o di miss Blair accentua i controlli, non ci sono James Bond ma qualche bel figliolo si mostra nei muscoli, non risponde alle domande, finge di non capire, in verità capisce e memorizza, parole e volti, itinerari e movimenti.
Vengono segnalati, in vari luoghi e non tutti olimpici, pattuglie aeree pronte a decollare in caso di emergenza. Una squadriglia di F 16, gli Eurofighter, i nuovi caccia restano in attesa di eventuale chiamata. Addirittura i missili: Spada o Scudo, collocati attorno a Torino se qualcuno avesse mai intenzione di attentare ai Giochi e soprattutto alla vita dei cittadini. Sono arrivate già segnalazioni di bombe, allarmi finiti nel nulla, per fortuna, mitomani che approfittano del clamore mediatico per presentarsi all’appello. «Torino è sicura e blindata così come lo è stata Roma per i funerali di papa Giovanni Paolo II», quello che era stato il programma del ministro degli Interni, Pisanu, si è realizzato nei dettagli. Sotto i portici, attorno a Porta Nuova, di notte si coricano su cartoni unti, appena coperti da un panno, vecchi e giovani in miseria di vita, dimenticati dalla festa. Dormono sui Giochi.

L’Fbi li lascia sognare.

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