Donna sgozzata in casa, parenti sotto torchio

da Venezia

Interrogatori, perquisizioni e caccia all’arma del delitto in attesa dell’esito dell’autopsia. Gli investigatori hanno sentito a lungo i figli e il marito di Ada Tentori, 67 anni, sgozzata ieri nel suo appartamento a Sant’Angelo di Santa Maria di Sala. E quattro auto dei familiari della vittima sono state messe sotto sequestro. Il giorno dopo l’omicidio della donna, la squadra mobile di Venezia lavora su tutte le piste possibili, compresa la rapina degenerata in omicidio, raccogliendo informazioni soprattutto nella cerchia dei familiari, il marito Angelo Fernando Rettore e i cinque figli (uno però è negli Stati Uniti per lavoro), oltre ai tanti che la conoscevano.
Subito dopo il delitto sono state perquisite le vetture dei congiunti della donna, una Punto, una Bmw Az3, una Peugeot e una Mondeo, quindi sono scattati ulteriori controlli, gli interrogatori e la caccia al coltello utilizzato per colpirla alla gola fino a reciderle la giugulare. Quattro dei cinque figli della vittima, il marito e la sorella di quest’ultimo sono tornati insieme agli agenti della Mobile nell’appartamento, un sopralluogo durato tre ore nel corso del quale non è escluso che gli investigatori abbiano trovato nuovi elementi di riscontro alle numerose testimonianze raccolte durante le indagini coordinate dal Pm Francesco Saverio Pavone. Ada Tentori è stata trovata in un lago di sangue dal figlio più giovane, Davide, che ancora vive con i genitori, al suo rientro a casa nel pomeriggio. Tra i primi ad arrivare nell’appartamento del delitto, il parroco del paese don Lino Bertin, che parla di un omicidio efferato, compiuto con decisione, con la volontà precisa di uccidere: «Mi sono trovato di fronte a una scena orribile - racconta -. Il sangue era ovunque e chi ha ucciso ha infierito su Ada colpendola alla testa, forse facendola sbattere sul muro o sul pavimento dopo averla accoltellata». Don Lino le ha dato l’estrema unzione, anche se era già morta. Il parroco esclude l’ipotesi di una rapina degenerata e rafforza la propria tesi sottolineando i buoni rapporti esistenti tra i compaesani, stranieri compresi.
Di lei parla come di una persona buona, disponibile, generosa, solare, sempre pronta ad aiutare chi aveva bisogno e soprattutto a partecipare alle iniziative della parrocchia. Attorno all’anziana donna, secondo don Lino, una famiglia unita seppur con qualche problema, che però aveva sempre saputo superare con l’aiuto reciproco di tutti, Ada, il marito Angelo e i cinque figli. In paese e tra i vicini vige la regola del silenzio, ma lo sgomento e l’incredulità sono palpabili. «Abbiamo paura - dice la vicina di casa -. Una cosa così non l’avevamo mai vista e mai ci saremmo aspettati che accadesse».

I pochi che parlano vogliono mantenere l’anonimato: «Abbiamo saputo e capito ciò che è accaduto solo quando abbiamo sentito le urla del figlio che chiedeva aiuto - racconta la vicina - e poi quando è arrivata la polizia e i primi soccorsi».

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