Donna stroncata al coca party: sono 4 i sospettati per la morte

Secondo l’accusa il 15 maggio Concetta è stata abbandonata in overdose nel bilocale di Rattazzo

Gianluigi Nuzzi

Sono quattro, tre uomini e una donna, le persone sospettate dalla polizia di aver partecipato al festino tra cocaina, sesso e alcol che nella notte dello scorso 14 maggio ha portato alla morte Concetta Guida, 39 anni, in un appartamento al terzo piano di corso di Porta Ticinese 83. La donna, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sarebbe stata di fatto «abbandonata» al suo destino dagli amici partecipanti al festino nella notte tra la domenica e lunedì 15 maggio. Che quando si accorsero che Concetta stava male sono fuggiti dall’appartamento lasciandola sola.
I nomi sono indicati in un’informativa dello scorso 18 luglio inviata dagli inquirenti al sostituto procuratore Giulia Perrotti che sta coordinando le indagini. Spetterà ora al magistrato «pesare» gli elementi acquisiti e decidere se procedere subito all’iscrizione nel registro degli indagati delle persone coinvolte per omicidio colposo derivante dalla cessione di sostanze stupefacenti. Un atto a loro tutela per capire chi e quando ha consegnato lo stupefacente mortale a Concetta. Per taluni, inoltre, potrebbe profilarsi anche il reato di falsa testimonianza qualora si dovesse scoprire che le persone che parteciparono al festino sono tra quelle già sentite dagli inquirenti come testi e che hanno escluso di aver assunto cocaina con Concetta. Oppure hanno negato di essere entrati quella notte nella casa dove poi venne ritrovato 12 ore dopo il corpo senza vita della donna. Un altro reato valutato dagli inquirenti è quello di omissione di soccorso visto che Concetta quella notte è stata abbandonata al suo destino.
Il corpo venne infatti scoperto lunedì sera verso le 24 da Angelo, il tabaccaio di corso di Porta Ticinese che alla polizia ha raccontato di essere da un anno ex inquilino di quell’appartamento, di aver ancora le chiavi perché ogni tanto vi entrava per andare a riposarsi. Come la sera che trovò Concetta senza vita nella stanza da letto. «Scusate ma io non ci credo - replica la suocera di Concetta che vive proprio di fronte all’appartamento del festino - ma in quella casa non si vedeva mai entrare nessuno. Era chiusa da mesi, quasi un anno». Di certo tutto si gioca in pochi metri visto che Concetta Guida viveva al primo piano di corso di Porta Ticinese 83; prima di salire al terzo piano nella casa sfitta era andata al bar di Piero Rattazzo, il commerciante che fu insignito dell’Ambrogino nel 2005, sempre allo stesso civico. Tra l’altro, coincidenza vuole che anche la casa sfitta, quella del festino, sia di proprietà di Rattazzo che, interpellato dal Giornale, ha sempre negato di esser salito su a casa quella notte. «Deve aver fatto tutto da sola - offre una spiegazione Angelo il tabaccaio -, è entrata in casa, è stata male e magari non è riuscita a chiedere aiuto a nessuno. Certo che questa storia mi ha impressionato, mia figlia stravedeva per lei». La ricostruzione della polizia è invece opposta. E dopo aver segnalato al magistrato i nomi di chi probabilmente quella sera era presente al festino, sta valutando di sentire adesso anche altre persone.
Da parte dell’Istituto di medicina legale, invece, non è arrivato ancora il referto definitivo sull’esame tossicologico compiuto durante l’autopsia. Dalle prime indiscrezioni sembra comunque trovare conferma l’ipotesi iniziale: Concetta sarebbe morta di overdose avendo sniffato troppa cocaina.

Lo stupefacente, inoltre, non era stato tagliato con sostanze mortali. Un dettaglio fondamentale che toglierebbe le responsabilità più pesanti a chi regalò o vendette la droga alla donna.
gianluigi.nuzzi@ilgiornale.it

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