Le donne azzurre in prima fila: "Siamo noi le vere femministe"

L'ex sessantottina: "Non ho tradito i miei ideali". La under trenta: "Ma cosa c'entra Ruby con la politica?". La catechista: "Silvio se la vedrà con il suo confessore". L'ottantenne: "Chi difende le ragazze in strada?"

Le donne azzurre in prima fila: 
"Siamo noi le vere femministe"

Dice: a sostenere Silvio Berlusconi costi quel che costi costasse pure vedere un Giuliano Ferrara in mutande ci saranno loro, quelle che la busta da duemila euro è mia e la gestisco io, quelle che ho 20 anni e sogno una carriera in tv, quelle che il tacco dodici e il Ferrari e naturalmente il papi. E invece no. Cerchi una under30 e trovi a stento le under50, qui. E sono tutte «sciure» nel senso di signore della borghesia, quella Milano bene che ti aspetti liberale sì ma a parole, e poi invece benpensante e pure un po’ bacchettona. Macché. C’è la post femminista che ha fondato il Minzolini fans club e ti dice che l’eredità del femminismo, signora mia, è qui, altro che la piazza del centrosinistra, quella sì bigotta. C’è l’insegnante di catechismo delle scuole elementari che ti cita Gesù, nientemeno, che «non voleva giustizia, ma misericordia», e se Silvio ha peccato «se la vedrà col suo confessore», noi lo giudichiamo per come governa. L’unica 28enne qui si chiama Cecilia ed è venuta col fidanzato, che si chiama Carlo e di anni ne ha 35. Sta con lui da otto anni, per dire il tasso di trasgressività della ragazza, e candida domanda: «Sì, ho capito Ruby. Ma che c’entra con la politica?». È comunque lei la sola voce femminile critica qui dentro, ché «certo se è vero che alcune di queste ragazze fanno politica...».
Più l’età avanza più le sciure si infervorano. Ma quale reato, al massimo un errore. La telefonata in questura, dice Giovanna Ambroggio, 66 anni, il premier se la poteva pure evitare, ma «qui non vedo vittime del reato, quindi di cosa stiamo parlando?». Se poi stiamo parlando del decoro istituzionale, e sia, giusto, diciamoglielo a Silvio, che «a 75 anni dopo cena può pure andare a dormire», epperò «se poi al governo sostiene la famiglia e frena fughe in avanti sulla bioetica perché si dovrebbe dimettere?». Pina Chiari nel ’68 gridava che l’utero era suo e se lo gestiva lei. Adesso dice che si è comunisti a 20 anni perché si ha cuore, ma se lo si è ancora a 30 non si ha cervello e ha mandato un pallone aerostatico di 8 metri al congresso del Fli a Milano con la scritta «Forza Silvio il popolo non ti tradirà». Però sul femminismo lei non si è spostata mai. «Se voglio darla, la do. Se voglio prostituirmi sono affari miei. Chi sono io per giudicare? A me fa paura che qualcuno mi dica cosa posso fare». E poi: «La legge è uguale per tutti. Ma siamo sicuri che tutti sono uguali davanti alla legge?». Chiedere a Berlusconi.
Sul palco Camillo Langone provoca: «Faccio parte di una grande organizzazione erotofila che si chiama Chiesa...», e nelle prime file Maretta Puzzi si alza. Offesa? «Cerco il bagno». Anni 55, professione ricercatrice sul corpo delle donne, guarda un po’ il caso, marito conosciuto al liceo, due figli, l’abbigliamento eroticamente avanzato abita in un altro armadio. Dice che per lei Berlusconi ha «una forza morale immensa», a sfiorare la purezza, anzi «la santità». Mica scherza: «Il Cavaliere ama la vita». Sì, e le donne. «In un modo sacro». Non per contraddirla a tutti i costi, ma si indaga sulla modalità carnale. «E questo è il punto: le donne se le ami davvero le ami come madri, ma anche come dee dell’amore. È onorare la natura delle donne, la sessualità». E la prostituzione? «Se una donna vuole farsi usare, è lei che decide di farlo. Gli illuministi erano libertini». Ma quali dimissioni: «Non so lei, ma gli sono debitrice per non aver aumentato le tasse», e già che ci siamo: «Da cattolica praticante sono infastidita dal fatto che la chiesa non lo abbia difeso dalla denigrazione, perché ne uccide più la lingua della spada».

Irma ha 80 anni. Vuol vedere il tesserino, «è pieno di rossi, sa, e chi me lo dice che lei è del Giornale?». Ha una domanda per la piazza di oggi: «Chi difende la dignità delle minorenni che si prostituiscono sulle provinciali?».

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