Settebellissime, si parla di donne in gara più che di estetica. Sette donne del Kenya si sono prese la prima copertina dei campionati. Primi tre posti nella maratona e primi quattro nella finale dei 10mila metri: sei medaglie, un record da guinness. Il poker, poi, era successo solo a quattro ragazze etiopi nei 5000 m. e a quattro sprinter Usa dei 200 metri ai mondiali di Helsinki 2005. Unici fino allora e fino ad oggi.
Le tre keniane della maratona, Edna Kiplagat, Priscah Jeptoo e Sharon Cherop, hanno preso la testa della corsa intorno al 35mo km. Poi un fattaccio ad un rifornimento: la Kiplagat inciampa nei piedi della Cherop che le pesta un piede, cade, batte duramente un ginocchio. La Cherop, sportiva, si ferma per aiutare la compagna a rialzarsi. La Kiplagat riprende la corsa, va in testa e stacca tutte. «Lei è brava nel correre ma è soprattutto una combattente», ha sempre raccontato il marito, che poi è anche lallenatore di questa signora di 31 anni, madre di due ragazzi uno dei quali, in allenamento, le prende i tempi di corsa. In Kenya la mamma maratoneta va di moda: anche Katerine Ndereba (Osaka 2007) vinse il titolo accessoriata di figli. La Kiplagat ha corso la maratona in 2h 2843, un mondiale da aggiungere al successo di questanno a New York.
Poi è toccato al poker dei 10mila metri: vita facile, etiopi lasciate in scia. Vivian Cheruiyot, campionessa dei 5000 a Berlino, quasi unesordiente nei 10mila, ha lasciato il segno da regina. Terza la Masai campionessa uscente.
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