Roma«Quasi quasi mi butto a sinistra», diceva Totò. Il Secolo dItalia, anche per il nome che porta, non arriva a tanto, almeno per ora. Nel futuro vedremo, nel frattempo cè da registrare unulteriore svolta laico-femminista del quotidiano che una volta era tutto Dio, Patria e Famiglia. Loccasione nasce dalla polemica sulla pillola Ru486. Perché, si chiede Federica Perri, «nessuno dice una cosa di destra?». Destra moderna, sintende. E perché nessuna donna del Pdl riesce a manifestare una posizione «di indipendenza politica e autonomia intellettuale», lasciando così tutta la scena ai governatori leghisti di Piemonte e Veneto, Cota e Zaia, che non la vogliono distribuire?
Unica eccezione, Stefania Prestigiacomo, che su Repubblica ha ricordato come la distribuzione della pillola abortiva, al di là delle modalità e dei controlli, è comunque garantita da una legge dello Stato. E quindi, titola il Secolo dItalia, «Meno male che la Prestigiacomo cè». Altrimenti, sarebbe lecito affermare che, mentre «Al Pd non piace la gnocca», come sosteneva Libero laltro giorno, nel centrodestra «le donne portate nei consigli regionali sono magari più numerose, ma sono silenti e rassegnate a farsi dare la linea dai superiori, magari con dichiarazioni a comando».
In effetti, a guardare bene cè poco da meravigliarsi. Donne sono il direttore, editorialisti e molte delle firme di punta del quotidiano ex An e tuttora vicino a Gianfranco Fini. E la linea è quella di una destra europea, sarkozista, laica. Per cui, insiste la Perri, sulla Ru486 «abbiamo inutilmente atteso di leggere queste cose di destra, il Pdl è rimasto assente». E quindi, «nel profluvio di iniziative, associazioni, fondazioni, circoli e promotori della libertà e dellamore, nati nel Pdl per stimolare il dibattito e fecondare il pluralismo, ha prevalso la distrazione». Conclusione: care donne del centrodestra, dato che la Prestigiacomo ha dimostrato «che si può dire, provateci anche voi ogni tanto a dire ciò che pensate».
Ma a sostenere il commento cè tutta limpostazione del giornale.
«Donne, protestate». La svolta femminista del Secolo dItalia
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