Donne sotto tiro, ecco l’agenda per incastrare i molestatori

È un diario che nessuna donna vorrebbe tenere. Ma che può diventare l’unico strumento per documentare davanti alla giustizia quel crescendo di persecuzioni che viene ormai universalmente chiamato stalking: perché spesso le stesse vittime faticano a ricostruire quando e come l’attenzione ha iniziato a diventare molestia, assillo, ossessione.
Il diario si chiama Agenda Alba, ed è stata presentata ieri a Palazzo Marino, alla fine del convegno sullo stalking organizzato da Chiamamilano e Differenza Donna. Sembra un’agenda come ogni altra, ma invece di dodici mesi ne ha sei: perché sei mesi sono o dovrebbero essere il periodo massimo in cui una persecuzione compie il suo ciclo. Non comincia con gennaio, e i mesi non cominciano con il giorno numero uno, perché solo lo stalker decide quando dare il via. Per ogni giorno c’è un semaforo: verde se la giornata è filata tranquilla, giallo se il molestatore si è fatto vivo senza esagerare, rosso se è andato giù pesante. E poi le tre faccine (sorridente, tranquilla, arrabbiata) per raccontare l’impatto che la giornata ha avuto sull’animo della vittima.
Il procuratore Manlio Minale ha raccontato che su 377 denunce per stalking presentate nel 2009 più di un terzo sono state archiviate, mentre 155 processi sono arrivati a conclusione e 87 sono in fase di rinvio a giudizio.

«Un aspetto positivo è che in dieci casi i rinviati a giudizio sono stranieri denunciati da donne della stessa nazionalità: questo significa che la norma è stata recepita anche da donne di un’altra cultura che hanno trovato gli strumenti e il coraggio di denunciare il reato».

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