Laccusa è omicidio volontario premeditato. Secondo gli inquirenti Anna Costanza, la truccatrice del Petruzzelli di Bari, annegata la notte del 10 luglio scorso, è stata uccisa da lui, Alessandro Angelillo. Lex. Ancora una volta lex.
Anna aveva troncato. O almeno ci aveva provato. Aveva intuito che in quella storia cera qualcosa di strano. Aveva paura Anna. Per un mese intero gli aveva chiesto di starle lontana, di non farsi più vedere. Lui non lo poteva permettere. Continuava a chiamarla. Insistentemente, chiedeva un appuntamento per chiarire. Fino alla notte di quel 10 luglio. Quando è Angelillo a dire basta. Si infila in casa di Anna di nascosto. Lei è uscita con il cugino e un paio di amici. Lui ha tutto il tempo per preparare la scena del delitto. Il maniaco è lì, seduto alla sua scrivania che laspetta a casa. Si collega al computer, finge di essere lei e scrive un messaggio su Facebook. «Stasera mi vedo con tre uomini». Firmato Anna. Ma a scrivere è Angelillo. «Depistaggio» dicono ora gli investigatori. Ma dietro quel finto messaggio cè anche una motivazione più meschina: «Con quella frase voleva rovinare la reputazione della donna». Quando Anna torna a casa per lei è la fine: parte la violenza; un ceffone poi una statuina scagliata addosso. Il buio; lannegamento nella vasca da bagno. Il suo cadavere scoperto il giorno dopo. E una domanda che arriva in ritardo. Si poteva evitare tutto questo? Anna si poteva salvare? Lui che non era nuovo alla polizia, che era già stato denunciato da unaltra donna per stalking. Lui, Anna e la violenza sulle donne fino alla morte. Una storia fotocopia nel caso della giovane di San Remo. Maria Antonietta Multari nel 2007 aveva lasciato Luca Delfino, dietro le insistenze dei suoi genitori. Erano stati loro infatti a convincerla che lui era luomo sbagliato. Un tipo violento, irascibile. Possessivo. Lei si era convinta e aveva detto basta. Uccisa da 40 coltellate dal suo ex, indagato ma mai inchiodato, per aver ucciso, un anno prima, unaltra donna nel 2006. Luca Delfino, ieri è stato condannato dal tribunale di Ventimiglia, al pagamento di 85mila euro per le minacce rivolte alla madre della vittima «Te la farò pagare le aveva detto».
Sono casi di donne che non riescono a staccarsi da questo rapporto morboso, che subiscono incapaci di ribellarsi. Che quando trovano il coraggio di denunciare in molti casi è già troppo tardi. Si sentono in colpa, non trovano la forza. Da marzo a ottobre di questanno sono stati quasi 300 i procedimenti per stalking con autori del reato noti alle forze dellordine. Tra le vittime cè anche Michelle Hunziker. «Per mesi non ho più vissuto. Paralizzata dalla paura». Il suo stalker la perseguita da più di quattro anni. Per mesi le ha fatto la posta sotto casa, lha seguita. «Ti condiziona sempre. Non riuscivo a uscire più da casa. E una volta fuori continuavo a voltarmi con la paura di essere seguita. Poi ho trovato il coraggio. Ho pensato a un avvocato. Il più determinato. Mi è venuta in mente subito Giulia Bongiorno. Sono rinata il giorno in cui abbiamo presentato la denuncia». Luomo è stato diffidato. Non può avvicinarsi. La magistratura sta facendo un ottimo lavoro. «Ma è stata dura». È da questa storia che lei e Giulia Buongiorno hanno deciso di creare unassociazione che si chiama Doppia Difesa, una Onlus per aiutare le vittime dello stalking.
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