Doping, Torri: "Basso teme di perdere il Giro del 2006"

Il capo della Procura antidoping del Coni commenta l'atteggiamento del corridore varesino nell'ambito dell'inchiesta in corso sul suo coinvolgimento nell'Operacion Puerto

Doping, Torri: "Basso teme di perdere il Giro del 2006"
Roma - «Ivan Basso ha parlato per convenienza. Né lui, né Michele Scarponi hanno fatto nomi di altri corridori. Sono parzialmente deluso dall’atteggiamento di Basso». Ettore Torri, capo della Procura antidoping del Coni, commenta così l’atteggiamento di Basso (nella foto) nell’ambito dell’inchiesta in corso sul suo coinvolgimento nell’Operacion Puerto. «Intendiamoci, non avviene spesso che un atleta di questo livello confessi». La parziale marcia indietro di Basso fa cadere l’ipotesi di una riduzione della pena per il varesino. Improbabile, a questo punto, che l’ex corridore della Discovery possa diventare un testimonial della lotta al doping. «Direi di sì. Prima del deferimento però le cose possono cambiare». Alle domande su possibili pressioni esterne sugli atleti: «Per questi ragazzi, il ciclismo è un lavoro. L’atleta teme di essere estromesso dal gruppo e hanno paura di danni fisici. Il ciclismo è uno sport sotto ricatto? È un’espressione giornalistica, ma penso si possa dire anche così». Non si può escludere, insomma, che qualche dirigente abbia detto «se dici qualcosa ti mandiamo a casa». «Noi allo stato attuale -prosegue Torri- siamo assolutamente privi di ogni strumento d’indagine. Se avessimo qualcuno che ci potesse coadiuvare, come ho detto al presidente Petrucci, si potrebbe arrivare a ottimi risultati».

Sollevato coperchio su una situazione mondiale "È stato sollevato il coperchio su una situazione mondiale. Noi possiamo indagare sugli atleti tesserati in Italia. L’Unione ciclistica internazionale dovrebbe farsi promotrice presso le altre federazioni".

Sono le parole del capo della procura antidoping Ettore Torri, nella conferenza stampa convocata oggi a Roma per fare il punto sull’indagine finora svolta a seguito della documentazione ricevuta sulla cosiddetta "Operacion Puerto".

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