Politica

La doppia faccia di Guido Rossi

E così siamo tutti culturalmente provinciali, secondo il giudizio dell'autorevole Guido Rossi, espresso in un simpatico ed impudente editorialino sul giornale La Repubblica. Lo sono la destra, il centro e la sinistra perché, sempre secondo l'autorevole Rossi Guido, non sanno fare una legge sul risparmio, privilegiano l'opacità del mercato invocando l'italianità delle banche, e inseriscono, così, il Paese in un sistema feudale dove il Veneto o la Calabria, per non parlare della inesistente Padania, valgono più della globalizzazione. Sono, insomma, contro la modernità. È inutile sottolineare che la modernità, sempre secondo il professore Rossi Guido, è lui stesso, solitario e incompreso difensore della trasparenza del mercato. Osserviamolo più da vicino questo esempio raro di virtù moderna che combatte contro il provincialismo culturale e quasi beduino di molti di noi e cerchiamo di imparare da lui (...)

(...) qualcosa di nuovo.
L'italianità delle banche l'abbiamo invocata e difesa ultimamente anche a proposito dell'offerta pubblica d'acquisto della Antonveneta da parte della Abn Amro. L'abbiamo detto e ridetto per una nostra convinzione, chiedendo che l'apparato finanziario ed imprenditoriale italiano facesse, come si suol dire, sistema e si contrapponesse agli olandesi, così come fanno i francesi, i tedeschi e molti altri ancora. Abbiamo sostenuto questa idea liberamente e gratuitamente. Il professor Rossi Guido ha sostenuto esattamente il contrario. Per una banale coincidenza, l'advisor dell'Abn Amro è Rossi Guido con parcelle commisurate alla sua nota autorevolezza. Ha ragione il professore. Lui è moderno, noi, insieme alla destra, al centro ed alla sinistra, siamo provinciali. Un altro ricordo che dà ragione ancora una volta al professor Rossi Guido. Nel lontano luglio del 1993, il professore diventa, su mandato di Mediobanca, il presidente della Ferfin, la finanziaria della famiglia Ferruzzi che controlla Montedison, per risanare il gruppo ravennate, giusto il mandato irrevocabile avuto dal vecchio Enrico Cuccia, da Arturo Ferruzzi e dai suoi familiari. Il 31 agosto il professore Rossi Guido azzera il capitale del gruppo, svalutando tutte le partecipazioni, compresa quella della Montedison, e trasforma i crediti delle banche in capitale di rischio estromettendo, così, dalla proprietà la famiglia Ferruzzi e consegnandola nelle mani di Cuccia e delle banche.
Sette mesi dopo, nonostante che i conti economici di molte aziende controllate dalla Ferfin, compresa la Montedison, fossero peggiorati, le azioni prima svalutate furono di nuovo rivalutate essendo cambiato il padrone. La motivazione a verbale di questa rivalutazione fu (sic): «La credibilità e la fiducia che i nuovi amministratori (tra cui Guido Rossi) hanno saputo conquistare». Noi siamo per l'opacità del mercato, Rossi Guido è per la trasparenza. Potenza delle idee e impudenza delle parole.

Alla prossima esternazione, altri ricordi.

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