TorinoAccontenta tutti: gli italiani, chi ama il ciclismo, chi segue solo il Giro, chi segue gli alpini che sono qui per festeggiare se stessi, l'Italia e il Giro. E soprattutto i bergamaschi come Pinotti, che sono anche una delle fucine d'Italia sia di ciclisti che di alpini, nonostante Marco sia stato da ragazzo bersagliere.
Marco Pinotti è la prima maglia rosa del Giro d'Italia. A 35 anni l'ingegnere bergamasco che parla quattro lingue e scrive per l'Eco, torna a indossare quella maglia che aveva già portato per quattro giorni al Giro del 2007. «Felice? Più che felice, mi sembra di toccare il cielo con un dito - dice lui con quella sua parlata pacata, quasi flemmatica, che non tradisce emozioni -. Sapevano di poter fare una grande cronometro e non posso che ringraziare i miei compagni di squadra, che sono stati tutti bravissimi. In modo particolare Mark (Cavedish, il più grande velocista al mondo, ndr), che mi ha permesso di tagliare per primo il traguardo e automaticamente, in caso di vittoria, vestire la prima maglia rosa di un Giro importante».
La squadra di Pinotti vola ad oltre 55 chilometri orari di media come due anni fa al Lido di Venezia. Quella volta fu Cavendish a vestire la rosa, questa volta è toccato al campione d'Italia del tic tac. Insomma sempre un inizio di Giro a grandi firme.
«E' una sensazione speciale, che vivo in una giornata magica anche per la mia squadra del cuore - l'Atalanta - che è tornata in serie A.
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