Il doppiatore reclama un momento di celebrità

Mostre fotgrafiche, dibattiti e incontri con i protagonisti di una professione che in Italia raggiunge punte di eccellenza

Nonostante i puristi della celluloide lo considerino un odioso esercizio di stile, e preferiscano i film in lingua originale, il doppiaggio resta un’arte, compiuta da professionisti del set e del palcoscenico ai quali la visibilità, oltre che la popolarità (poche le eccezioni), viene negata. Per dare un volto e un corpo alle voci del cinema e della fiction, ma soprattutto per premiare il talento e la professionalità di chi (registi di sala, addetti al mixer, assistenti, tecnici, e adattatori dei dialoghi) lavora nel sommerso, dando lustro a pellicole da Oscar e fiction campioni di auditel - The Queen, Little Miss Sunshine, The Departed, Happy feet, Lost, Dr. House, Desperate Housewife - dal primo all’8 giugno si svolgerà il Gran Premio Internazionale del Doppiaggio. Prima edizione di un festival, pardon festa, sognata dall’attore Pino Insegno - doppiatore doc di Brad Pitt e patrocinata dal Ministero dei Beni Culturali con il supporto delle varie amministrazioni (Comune, Provincia, Regione) - main sponsor i Monopoli di Stato. Dal primo all’8 giugno Roma ospiterà una settimana all’insegna di quanti regalano un’anima al cinema. «Doppiare uno che corre, salta, ama, o muore, mentre tu stai fermo davanti a un microfono, non è cosa facile» dice Pino Insegno, che annuncia con orgoglio l’ospite del Gran Galà di Premiazione per la soirée dell'8 giugno all'Auditorium Conciliazione: «Fred Murrahy Abraham, indimenticabile Salieri nel film di Milos Forman, Amadeus. Ma ci sarà anche Giancarlo Giannini, presidente della giuria di qualità composta da professori, critici, attori, e linguisti incaricata di incoronare i vincitori delle 16 categorie in gara». Ad applaudire i trionfatori del syncro (dalla categoria miglior doppiatore protagonista a emergente, fino al premio per la miglior serie tv), insomma, saranno volti noti del piccolo e grande schermo. Fin qui il colore. Ma la settima di festa riguarderà da vicino anche il pubblico, che attraverso l’iniziativa Sale Aperte potrà entrare nel sancta santorum delle sale doppiaggio e partecipare a seminari, incontri, e mostre (da non perdere quella fotografica alla Sefit di via Margutta dedicata a Lydia Simoneschi, voce di Ingrid Bergman e Bette Davis) per scoprire lati inediti di una professione spesso bistrattata.

Di più, si potrà provare a doppiare il proprio attore-mito in una breve sequenza, e magari scoprire di avere la stoffa di Insegno. Che chiosa: «Dietro un doppiaggio c’è tanto mestiere. È una grande forza italiana, non trattateci da carbonari». Per prenotare le visite e info www.granpremiodeldoppiaggio.it

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