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Dorfmeister, finalmente lacrime e oro

Montillet e Kildow eroine: la francese a viso gonfio e cerotto sulle palpebre per tenere gli occhi aperti

Dorfmeister, finalmente lacrime e oro

da San Sicario

Michaela piange, a 32 anni ha coronato il sogno della sua vita: la Dorfmeister è campionessa olimpica di discesa e finalmente un titolo di questi Giochi va al favorito, al numero uno. Per poco, 37/100 appena dopo quasi due minuti di gara, anche stavolta non ci scappava la sorpresa: Martina Schild, la ventiquattrenne di Grindelwald che da bambina sognava guardando la medaglia d’oro vinta ai Giochi di St. Moritz nel 1948 dalla nonna Heidi Schlunegger, ha infatti scelto il giorno migliore per salire sul suo primo podio importante, e forse da oggi nessuno la confonderà più con l’altra Schild, Marlies, che fra l’altro è austriaca e non svizzera. Terza, appena 7/100 davanti a una triste Renate Goetschl, ecco Anja Pearson, che vincendo una medaglia in discesa diventa la quarta sciatrice di tutti i tempi a salire su un podio mondiale o olimpico in tutte e cinque le discipline, prima di lei Janica Kostelic, Kjetil André Aamodt e Lasse Kjus.
Dorfmeister a parte, le eroine della giornata sono altre, due per la precisione, Carole Montillet e Lindsey Kildow, che due giorni fa erano finite in ospedale dopo voli impressionanti e che ieri si sono presentate al via, la prima con il viso pieno di croste e gonfio come un pallone, gli occhi chiusi tanto che prima del via ha dovuto usare del cerotto per tenere su le palpebre, la seconda con la schiena a pezzi. In gara è stata sciolta tanto da finire 8° a sei decimi dal podio, ma appena tolti gli sci si è piegata in due e ha dovuto farsi sorreggere per uscire dal parterre. Perché lo hanno fatto? «Perché siamo all’Olimpiade!», la risposta comune.
Il seguito ha diverse sfumature. La Montillet, 32 anni, è a fine carriera, ieri è scesa per onorare il suo titolo di quattro anni fa, ha preso quattro secondi e mezzo ma se ne frega, voleva solo superare al più presto la paura, voleva dimostrare a se stessa di essere ancora una vera discesista. «Non dovete stupirvi, dopotutto non ho nulla di rotto, il viso fa paura, è vero, ma le ossa sono intere». La Kildow, 22 anni, voleva invece vincere ed è partita convinta di poterlo fare, anche se durante il riscaldamento non riusciva a fare una curva per il male alla schiena.

«Ma una volta in gara non ho sentito nulla e ora ci riproverò in superG».

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