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Dorotheum, il tour dell'arte fa tappa a Milano

Camilla Golzi Saporiti

Il conto alla rovescia è scattato: tre giorni all'inizio dell'appuntamento clou della stagione d'arte contemporanea e moderna di Dorotheum. La storica casa d'aste, fondata nel 1707 dall'Imperatore Giuseppe I, è pronta a dare il via all'esposizione itinerante di una parte delle opere che dal 27 al 29 novembre convergeranno al Palais Dorotheum di Vienna, dove verranno battute in occasione della Contemporary Week. Tra le tappe che faranno «assaggiare» il prestigioso bottino in scena a Vienna, Milano. A due passi dalla Scala, Palazzo Amman (via Boito 8) sta per aprire l'ingresso. È qui, in un palazzo d'epoca di fascino senza tempo, che avrà luogo lo spettacolo, con il vernissage del 6 novembre, seguito da tre giorni di esposizione (7-10 novembre). Ed è qui che collezionisti e appassionati avranno pane per i loro denti. Tra le opere di punta in mostra a Milano, «Integrazione ovale», una tela di dimensioni extralarge di Carla Accardi che, realizzata nel 1958, spicca per appartenere al momento artistico più rappresentativo dell'autrice e per esprimere, con la sua cromia giocata sul bianco e sul nero, i tratti più tipici del periodo. Unica e in ottimo stato, ricorda anche ai meno esperti «Grande integrazione», altro capolavoro firmato da Accardi ed esposto al Museo del Novecento. Diverso ma altrettanto affascinante, il dittico pop «A la Balla».

«È un omaggio di Schifano al maestro Balla», spiega Alessandro Rizzi, consulente ed esperto di arte moderna e contemporanea di Dorotheum. «Le grandi dimensioni e le pennellate marcate esprimono il valore dell'opera. In più Schifano è un nome caro a Dorotheum: un suo pezzo, battuto a 360mila euro, segnò il record nel 2005». È forte l'attesa per il destino di quest'opera. Ma anche per le altre. In ballo ci sono oltre 500 lotti realizzati da nomi del calibro di Renoir, Botero e De Chirico. La maggioranza proviene da privati, i preferiti della casa d'aste viennese. «Spesso custodiscono pezzi più rari e interessanti di quelli delle gallerie», dice Rizzi. L'intero bottino sarà a Vienna a fine mese, proposto in tre aste e serate: la prima sarà dedicata alla crème dell'arte contemporanea, la seconda all'arte moderna e la terza ancora all'arte contemporanea. I prezzi stimati di partenza andranno dai 5mila euro fino al mezzo milione di euro. A giocarseli una platea di intenditori «che conosce così bene la materia da poter dare lezioni anche a noi», confessa Rizzi.

Agli habitué si possono affiancare «incauti passanti, figure singolari, capaci di innamorarsi di un'opera e di fare follie, pur di conquistarsela». Complice anche la loro partecipazione, l'asta concentra sempre un'atmosfera imprevedibile e coinvolgente.

Ad animarla il gioco di ruoli: le donne orientano le scelte, gli uomini concludono gli affari, i battitori fomentano la suspense, i compratori accendono la sfida, mentre Dorotheum assiste al lavoro di mesi «andar via» in pochi attimi.

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