«Dossier» Piemonte tra ripresa, infrastrutture e meno burocrazia

Modello di riconversione industriale nello scenario europeo. Esempio d’innovazione e diversificazione economica sul territorio per poli e nuovi luoghi del produrre, il Piemonte si conferma, soprattutto, un grande motore del rilancio programmato e futuro dell’intero territorio e del Paese. Non solo. Nuovo laboratorio d’imprese e sinergie nascenti, è anche coinvolto dall’importante sfida delle elezioni amministrative che vedranno protagonista, in prima fila, Torino. Specchio, in passato, delle contraddizioni politiche del Paese, soprattutto nelle antitesi tra padronato e classe operaia, quella che è stata una delle grandi capitali mondiali dell’automobile si appresta, oggi, a un grande confronto e a una profonda revisione degli equilibri politici.
Dossier, diretto da Raffaele Costa, nei prossimi giorni in edicola con il Giornale, svela e approfondisce le peculiarità di una delle regioni più industriose d’Europa. «Tutta l’Italia guarda al Piemonte e al suo capoluogo - sottolinea l’editrice Maria Elena Golfarelli -. Questa regione ha sempre tracciato la rotta dell’industria nazionale, creando alcune delle imprese più eccellenti e innovative del Paese. Bene ha fatto Costa, un simbolo dell’anima liberale piemontese che ha scritto le migliori pagine della politica italiana, a dedicare il nuovo numero del periodico a una terra così ricca e propositiva, non solo industrialmente».
John Elkann, volto della nuova generazione degli Agnelli, sarà in copertina a ribadire che, nonostante i recenti sviluppi determinati dall’amministrazione Marchionne, la Fiat è e resterà, comunque, italiana. Dossier dedica, poi, un’ampia inchiesta sul futuro del gruppo e fa un ritratto approfondito della più celebre famiglia industriale italiana. Ma nelle pagine del periodico non si parlerà solo d’industria. In primo piano, anche la politica. «È da apprezzare il lavoro di Roberto Cota, nuovo presidente della Regione - aggiunge Golfarelli -. Un uomo che ha riportato nei palazzi del potere i valori del “Buon Governo”. L’auspicio è che ora, anche la città di Torino possa essere testimone di quella svolta liberale, irrinunciabile, per far ripartire il Sistema Paese». Ripresa economica, riduzione della burocrazia e infrastrutture. Sono questi i temi affrontati dal «governatore» Cota nell’intervista a Dossier. Senza mezzi termini, sotto accusa i conti pubblici. «Un’eredità contraddittoria dell’amministrazione Bresso - afferma il presidente -; una questione davvero grave dal punto di vista politico e amministrativo. Ora toccherà risalire la china. Quando siamo arrivati a governare non c’era ancora il bilancio approvato. Per essere chiari. Non era possibile pagare gli stipendi ai dipendenti. Anche le previsioni di bilancio erano sbagliate. La sovrastima delle entrate tributarie era di 614 milioni di euro. Una somma non piccola».
Mariella Enoc, presidente di Confindustria Piemonte, invece, punta il faro sui miglioramenti dell’economia piemontese. «Il rilancio c’è stato - sottolinea - soprattutto nelle esportazioni. Ma, a soffrire sui mercati esteri sono, oggi, soprattutto le piccole e medie imprese». Non poteva mancare, infine, una panoramica sulla sanità, dove il Piemonte vanta molte eccellenze.

«I cambiamenti del nostro tempo richiedono nuovi modelli di assistenza sanitaria - spiega, su Dossier, Ferruccio Fazio, ministro della Sanità e piemontese doc -. Occorre trasformare il sistema sanitario italiano, oggi puramente “ospedalecentrico”, attraverso una fitta rete di servizi territoriali di medicina ambulatoriale, di day hospital e assistenza domiciliare».

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