«Dracula» ritrova l’amore ballando a ritmo rock

Splendide scene e tanta atmosfera per il debutto al «Forum» dell’opera della Pfm

Antonio Lodetti

da Milano

La splendida scenografia ricostruisce un enorme Ponte di Londra; sul fondo, un sipario nero che ricorda una gigantesca bara su cui si staglia un enorme pipistrello. Una falsa partenza - il tendone rosso che riflette le fattezze di Dracula rimane sospeso a metà mentre scende - e poi un elegante cavalcata per il debutto della galattica produzione di David Zard Dracula con la musica della Pfm.
Melodramma, opera rock, musical si fondono senza sopraffarsi in questa allegoria dei ricordi e dei contrasti dove il vampiro appare in tutta la sua demoniaca cattiveria ma anche nella sua disarmante umanità. Tratto liberamente dal celebre romanzo di Bram Stoker (ispirato alla storia vera del Conte Vlad Tepes III), l’opera parte dal ritorno di Vlad dalla guerra contro gli ottomani, quando scopre che la sua sposa Elisabetta s’è suicidata pensando che lui fosse morto in battaglia. È qui che Dracula giura di vendicarsi «contro Dio e gli uomini per tutto il tempo che verrà, risorgendo nei secoli dalla morte».
È qui che la scena si trasferisce dalla Transilvania alla Londra di quattro secoli dopo, dove Mina (reincarnazione di Elisabetta ora simbolo dell’innocenza, ora della sensualità, interpretata da Sabrina De Siena) vive la sua storia d’amore con l’agente immobiliare Jonathan (Davide Benedetti) sulle note languide di L’ultima notte d’amore. Sui ritmi durissimi del rock irrompe sulla scena Renfield; è in Inghilterra per curare gli interessi di Dracula e ammonisce tutti con le sue «visioni del pazzo». Vlad s’è reincarnato ed è tornato per riprendersi la sua Elisabetta. Renfield finirà in manicomio, mangiando insetti volanti per acquistare il potere del volo e continuando ad urlare la sua verità: «La mia mente di pazzo sa che ha due facce la verità/ perché il Bene non può liberarsi dal Male mai». Così tra demoni e streghe, tra bagliori sanguigni, costumi sfarzosi - su tutti il gigantesco manto alla Parsifal dell’ottimo Dracula-Vittorio Matteucci - il vampiro diventa prima belva feroce (arriva in Inghilterra accompagnato dal più violento temporale della storia) poi amante dolcissimo della sua Mina, con cui si allontana per morire in mezzo al mare nella luce dorata dell’alba, per poi risorgere insieme, benedetti da una messa profana in cui amore e morte, bene e male sono finalmente un tutt’uno.

Effetti di grande appeal, ballerini funambolici nell’equilibrio tra danza e spettacolarità, musiche di Franco Mussida e Flavio Premoli (su libretto di Vincenzo Incenzo) che - com’è costume della Pfm - spaziano dal barocco al rock con estrema versatilità; ottima regia di Alfredo Arias, geniale argentino che in Francia punta molto sul revival della rivista e ha già prodotto un Dracula. L’elegante pubblico della premiere non ha risparmiato un’overdose di applausi.

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