Draghi sarà «in conflitto» per un anno

Per dodici mesi il neogovernatore non prenderà posizioni su dossier che riguardino il suo ex datore di lavoro, Goldman Sachs

da Roma

Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, s’asterrà da ogni decisione quando vi sia la possibilità di un conflitto d’interesse. In particolare, per un anno Draghi non prenderà posizione in decisioni concernenti direttamente la Goldman Sachs, «ovvero istituzioni per cui la Goldman Sachs agisce o agirà da advisor». Anche dopo la moratoria di un anno, si legge in una nota di via Nazionale, il neogovernatore si asterrà da decisioni in merito a casi in cui la banca d’affari era stata coinvolta direttamente o indirettamente, o in qualità di advisor, allorché Draghi lavorava per Goldman Sachs. Una precisazione, quest’ultima, che riguarda certamente l’intero dossier Unipol-Bnl.
Il comunicato della Banca d’Italia conferma inoltre le notizie di stampa secondo le quali il governatore ha venduto, prima di entrare in servizio, sia le azioni che le opzioni di Goldman Sachs. Draghi ha provveduto a costituire un blind trust di diritto britannico, che accolga i proventi di tali cessioni e che proceda autonomamente al loro investimento. Insomma, la «liquidazione» di Draghi sarà amministrata dal «fondo cieco», senza che il governatore sia informato dei singoli investimenti.
Sempre ieri, in mattinata, Draghi ha incontrato Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. Secondo fonti ufficiose, si è trattato di una «visita di cortesia» al premier, la prima dopo l’insediamento a palazzo Koch.
La procedura di blind trust a cui si è affidato il nuovo governatore è piuttosto comune all’estero, soprattutto nei Paesi anglosassoni, dove lo scambio fra settore pubblico e settore privato è all’ordine del giorno. In Italia, invece, si tratta di una novità, almeno per quanto riguarda Bankitalia: i precedenti governatori (con le parziali eccezioni di Guido Carli e Lamberto Dini, reclutati da direttori generali) venivano dai ranghi dell’istituto.
Come scontato, il primo caso di astensione sarà quello relativo alle controdeduzioni che Unipol presenterà domani, in opposizione al «no» di Bankitalia all’Opa su Bnl. Ma a questo punto, l’intero caso non arriverà mai, neppure in futuro, sulla scrivania di Draghi.

Ad esempio, l’autorizzazione a una nuova eventuale offerta del Banco di Bilbao (di cui Goldman Sachs è stato advisor) sarà vagliata dagli altri membri del Direttorio. Al neogovernatore, il presidente dell’Abi Maurizio Sella chiede che «dal punto di vista delle norme di vigilanza, queste mettano le banche italiane in condizioni di parità con la concorrenza estera».

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