Basta con i ritardi. Mario Draghi abbandona labituale diplomazia del silenzio per rivolgere ai governi delleurozona un invito pressante ad agire. Usando, nel primo discorso ad un convegno pubblico dopo che ha assunto la presidenza della Bce, a inizio novembre, toni energici per sollecitare la piena operatività del fondo salva-Stati Efsf.
In effetti, il firewall anti-crisi resta ancora disattivato. E ciò ha costretto la Bce a scendere da sola in trincea per combattere la febbre da spread. Agenda alla mano, Draghi ricorda infatti che «è passato più di un anno e mezzo dal summit che ha lanciato lEfsf nellambito di un pacchetto di sostegno il cui ammontare andava da 750 a 1.000 miliardi di euro». E ancora: «Sono ormai passati quattro mesi dal summit che ha deciso di rendere pienamente disponibili i volumi sulle garanzie alle emissioni dellEfsf, e sono passate quattro settimane - ha martellato Draghi - dal vertice che ha stabilito di potenziarne le risorse tramite un ricorso alla leva finanziaria in rapporto di quattro o cinque, dichiarando che lo Efsf sarebbe stato pienamente operativo e che i suoi strumenti sarebbero stati utilizzati per garantire la stabilità finanziaria dellarea euro. Dove sta lattuazione di queste misure annunciate da tempo? Non dovremmo continuare ad attendere», perché i rischi al ribasso per le prospettive dellEurozona «sono aumentati».
La presa di posizione dellEurotower rivela una certa insofferenza per il dibattito accesosi sullattribuzione di maggiori poteri alla Bce. Nel suo discorso, Draghi ha rispedito al mittente le richieste a intervenire più energicamente sulla crisi dei debiti, aumentando gli acquisti di titoli di Stato. Una mossa che se attuata battendo nuova moneta, minerebbe la stabilità dei prezzi. Draghi ha invece ribadito sia il principio che la Bce assume le sue decisioni «in piena autonomia», sia che il suo obiettivo primario resta quello di garantire appunto la stabilità dei prezzi.
Qual è dunque la strada da seguire? Secondo il presidente dellistituto di Francoforte, la risposta va data a livello politico.
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