Il dramma delle gemelle del tennis

da Vienna

Quando il destino, un fottuto destino, decide di infierire, non ci sono collette, nomi altisonanti, star o celebrità. Nemmeno i soldi, servono. Quando il destino decide che quella è l’ultima partita, allora batte sporco, batte con l’effetto che spiazza ogni buon proposito. Lo sanno bene a casa Klemenschits, famiglia austriaca, famiglia che fino a poco più di un anno fa gioiva per le imprese, magari non da fuoriclasse assolute, ma pur sempre da oneste giocatrici di tennis di Daniela e Sandra, venticinque anni, le gemelle. Così le chiamavano in casa: le gemelle del tennis. E, a fatica, le due ragazze si erano issate fin lassù, fra le prime cento giocatrici di doppio al mondo.
Daniela è morta, portata via da una rara forma di cancro, portata via dopo che tutto il mondo del tennis si era mobilitato per raccogliere i fondi necessari per le spese mediche. In prima linea tutti i big, a cominciare da Roger Federer. La Klemenschits è morta la notte scorse nell’ospedale di Salisburgo. La malattia le era stata diagnosticata nel gennaio del 2007. Quando però il destino decide di infierire, francamente troppo per l’umana comprensione, può addirittura succedere che la stessa malattia venga diagnosticata anche alla sorella gemella, a Sandra. Per fortuna, sembra che la forma che l’ha colpita sia meno devastante, meno irrimediabilmente incurabile di quella che ha portato via Daniela.


È questa l’unica speranza a cui si attaccano ora i familiari, speranza che spinge da Federer a Nadal, dalla Henin alla Sharapova, a non mollare, non interrompere la loro colletta per finanziare le cure, cure che almeno per Sandra - rivela una fonte medica citata dall’agenzia Apa - sembra stiano portandola verso la guarigione.

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