Cinzia Romani
da Roma
Povero Andreotti. Per Romanzo criminale, film contemporaneamente di gangster e di denuncia (così lo presenta la produzione), fatti e misfatti italiani, dal 1977 al 1992, poggiano sulla gobba del divo Giulio. Perché nella smaltata pellicola (da venerdì nelle sale), firmata da Michele Placido e interpretata da Kim Rossi Stuart, Anna Mouglalis, Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, Stefano Accorsi, Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca, gronda il sangue versato da Stato e antistato, per il tramite della banda della Magliana. Un quartiere alla destra del Tevere, presso la linea ferroviaria Roma-Pisa-Genova (fuga strategica garantita, dunque), dove negli anni Settanta prese piede quella temibile ghenga di delinquenti incalliti, ora sul grande schermo in salsa epico-romantica. E se il crimine «tira», Warner e Cattleya, qui produttori con linglese Crime Novel Films e la francese Babe, pompano luscita del cineracconto «nero», ambientato in una Roma pasoliniana, con una mostra di foto (alla Casa del Cinema).
Tratto dallomonimo romanzo (Einaudi) di Giancarlo De Cataldo e sceneggiato da Rulli&Petraglia, Romanzo criminale intreccia la malavita del Libanese (Favino), del Freddo (Rossi Stuart) e del Dandi (Santamaria) alla balordaggine del Nero (Scamarcio) e di altri stracciaculi suoi pari. Tra una corsa a Ostia e una sniffata al night dei bulli, sullo sfondo degli anni di piombo, nasce lidea dun sequestro: col ricavato i gangster metteranno le mani sulla città, controllando gioco, droga e prostituzione. «Se pijamo Roma - minaccia il capo - tanto semo morti cento vorte», spiega, alludendo alle baracche da cui quei galantuomini provengono. Tra lo sventramento di un infame a Trinità de Monti e la strage di Bologna; tra un appostamento a Largo Argentina e il sequestro Moro, la mala compagnia terrà il Paese sotto schiaffo, con laiuto del clan dei Siciliani e la connivenza del Palazzo. E poco importa che due belle donne (la romantica Trinca e la sensuale Mouglalis, modella di Chanel) entrino nel tritacarne dei bravacci, innamorati del loro «ferro», la pistola. Leliminazione fisica dellultimo esponente della banda (a opera dei Servizi), siglerà lascesa dellinvestigatore Scialoja (un attonito Accorsi), di notte nel letto della pupa del capo, di giorno in questura, a interrogare pezzi da forca.
«Mi sono emozionato, girando: ho pianto», dice Placido, regista di battaglia e di lotta. «Spero che il mio film dia la parola ai tanti scheletri nellarmadio e che abbia una bella risposta dai giovani» simprovvisa pasionario lex-commissario Cattani della Piovra, già carabiniere prima di darsi allo spettacolo. E annuncia il suo prossimo film su Craxi, se gli lascerà respiro lincarico di direttore del Teatro di Tor Bella Monaca (periferia capitolina a rischio), dove lartista foggiano tenterà «il recupero di delinquenti e loro prole.
Per Stefano Accorsi, qui alla mercé duna prostituta incantevole (la francese Mouglalis), «è lassenza damore lunico elemento di continuità col romanzo: cè solo il tempo che passa». Lattore, quindi, ha badato a trasformarsi in «un borghese piccolo piccolo».
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