Il test antidroga presentato lunedì dallassessore comunale alla Salute Carla De Albertis accende lo scontro tra istituzioni. Se il sindaco Letizia Moratti per ora si sottrae a un commento e anticipa che domani in Comune presenterà «un ampio progetto per la lotta alla droga, ed è giusto che sia condiviso prima con la giunta», lassessore alle Politiche sociali Mariolina Moioli non usa mezze misure per definire i test gratuiti che la De Albertis vorrebbe distribuire gratis alle famiglie per accertare leventuale uso di stupefacenti da parte dei figli: «È una proposta insensata - sostiene -. Leducazione al rifiuto alla droga non si misura con un test». E Moioli aggiunge che «non cè differenza nemmeno tra droghe leggere o pesanti». Linea che il Comune ha sposato approvando la scorsa settimana una delibera con cui Milano aderisce allEcad, lassociazione delle Città europee contro la droga: i firmatari, tra i vari punti, rigettano «tutte le richieste di legalizzazione delle droghe illegali» e si impegnano a «porre le risoluzioni allattenzione dei propri governi». Il sindaco parteciperà venerdì a Istanbul alla conferenza dellEcad. Del resto, ancora ieri la Moratti a proposito del consumo crescente di cocaina in città ha parlato di «politiche sbagliate che ne hanno favorito lo sviluppo. Questo problema è frutto di decenni di politiche sulla droga sbagliate, sia a livello italiano che europeo». «Sinceramente - afferma il capogruppo di An alla Camera, Ignazio La Russa, «non capisco le obiezioni al kit antidroga che non vengono solo da sinistra ma che riguardano anche autorevoli esponenti del centrodestra. Liniziativa punta a favorire i genitori che desiderano avere una possibilità per aiutare i figli». Decisamente contraria invece lassessore alle Politiche giovanili della Provincia, Irma Dioli: «Invece di perseguire reali politiche di contrasto alle tossicodipendenze, di aiuto ai giovani e di supporto alle famiglie, che spesso in solitudine affrontano il problema, ci si rifugia nella comoda propaganda a effetto». È «riduttivo - sostiene - pensare che problematiche di questentità possano essere arginate solo attraverso il controllo esercitato dalle famiglie. Il dialogo non si crea costruendo scenari infarciti di insicurezza, bensì favorendo relazioni basate sulla fiducia e sullascolto». I
È stata una decisione, ha ribadito invece la De Albertis, che «ho preso sia come assessore sia come madre, perché ritengo che la famiglia, come centro del dialogo, dellinformazione e della prevenzione, debba essere lo strumento educativo in grado di arginare il fenomeno dellabuso di droghe in tutti i suoi diversi aspetti».
Contro la proposta, la «crew» (gruppo) antiproibizionista milanese «Non è sempre pesante» ha indetto un presidio per domani alle ore 18 di fronte a Palazzo Marino, mentre il centro sociale Cantiere invita «tutti i genitori a non servirsi del test, ma di rispedirlo al mittente».
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