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Dalla droga alla rinascita la vita Virgin di Kate Moss

Nozze con i fan in delirio, testimoni i genitori dei due. Poi il sontuoso ricevimento

Dalla droga alla rinascita la vita Virgin di Kate Moss

Eleonora Barbieri

È stata attaccata, scaricata, sbattuta in prima pagina mentre sniffava piste su piste di cocaina: ma, dopo il linciaggio (immediatamente condannato), Kate Moss è tornata più in forma, ricca e ammirata che mai. Il suo caso è quasi da manuale, di quelli su cui le aziende con problemi d’immagine possono prendere appunti: tappa per tappa, il quotidiano britannico The Independent ne ha ripercorso la strategia; perché, dopo la caduta catastrofica, la supermodella inglese ha decisamente recuperato, realizzando alla perfezione la «tattica della star» e smentendo le Cassandre che si erano subito sgolate a prevedere la fine della sua carriera miliardaria.
Non che la bellissima non abbia accusato il colpo, anzi: quando, a metà settembre, il Daily Mirror pubblicò la sua foto in versione «Cocaine Kate» lei, che si trovava a New York per la settimana della moda, si limitò allo sprezzo nei confronti dei cronisti pronti a sguazzare nel torbido, mandandoli a quel paese. Non ne voleva proprio sapere: la vita privata è, appunto, privata. Ma le reazioni quasi immediate dei datori di lavoro (ovvero le case di moda, con cui la Moss ha contratti milionari) le hanno fatto cambiare idea.
Cinque giorni dopo lo scoop del Mirror, infatti, la svedese H&M l’ha ufficialmente lasciata a piedi: per la sua campagna pubblicitaria, la catena d’abbigliamento improvvisamente preferiva l’italiana Carla Boscono. L’effetto a cascata, in questi casi, è quasi assicurato. Così, Kate si è ingegnata, ricorrendo all’arma segreta degli altri lavoratori del ventunesimo secolo: la flessibilità. Si è ricreduta in fretta e, dallo sdegnato silenzio della diva intoccabile, è passata alle più umili scuse, rese note tramite l’agenzia «Storm»: «Mi assumo la piena responsabilità delle mie azioni e voglio scusarmi con tutte le persone che ho deluso. Mi sono resa conto dei miei problemi e ho intrapreso il cammino difficile, ma necessario, per risolverli». Retromarcia in piena regola, quindi: un rimorso così sincero che persino la Rimmel non ha potuto resistere e l’ha apprezzato, ufficialmente, come «un passo positivo». Non è bastato a far rinnovare il contratto con Chanel, ma la Burberry’s, forse anche per campanilismo, ha gradito e ha rinunciato alle ritorsioni economiche.
La «strategia Moss», però, non si è limitata alle volatili parole: Kate ha mollato il nefasto Pete Doherty, causa di ogni male e, a fine settembre, si è fatta ricoverare a «The Meadows», costosissima clinica dell’Arizona a disintossicazione assicurata, che ha già guarito vip del calibro di Elle Macpherson e Whitney Houston e frequentata anche da Lapo Elkann. Metodo rigido, isolamento totale dal resto del mondo, conto da 30mila euro: dopo un mese, la riabilitazione è diventata una realtà. Senza dimenticare un tocco d’innocenza, quello che colpirebbe anche i cuori più duri: da una sponda all’altra dell’oceano, l’algida modella si è sciolta, chiedendo aiuto alla mamma Linda che, verso metà ottobre, è subito volata in soccorso della figlia.
Ormai la piega aveva preso il verso giusto: perché, mentre Kate faticava per seguire il severissimo programma della clinica, i suoi amici erano ben attivi nel promuovere la sua riabilitazione mediatica. I tabloid britannici, assetati di scandalo, l’hanno divorata: ma i cattivi erano loro, gli sciacalli, non lei, «leale, gentile e mamma affettuosa» della piccola Lila Grace (parole di Donatella Versace), «modella meravigliosa» (secondo Catherine Deneuve), vittima di scelte sbagliate ma, anche, dell’ipocrisia generale. E se i tuoi amici si chiamano Alexander McQueen (che a fine sfilata è comparso con una maglietta dalla scritta «I love Kate»), Ermanno Scervino o Paolo Gerani (lo stilista di Iceberg) e di lavoro fai la modella, forse trovare un nuovo impiego non è così difficile: e infatti, appena terminato il suo mese di clausura in Arizona, Kate è volata sulle spiagge di Ibiza, per la nuova campagna di Roberto Cavalli.
La consacrazione definitiva è arrivata dal calendario Pirelli, che l’ha voluta per l’edizione 2006: Kate è ancora una star, anzi, lo è sempre stata, solo gli invidiosi e i maligni hanno pensato il contrario. E adesso guadagna anche più di prima: nei prossimi mesi, i suoi incassi dovrebbero aggirarsi intorno ai 12 milioni di sterline. Il suggello (da oltre due milioni di euro) è venuto da Richard Branson: la vigilia di Natale Kate comparirà sugli schermi britannici nello spot della Virgin Mobile, mentre beve tranquilla una tazza di the e parla al telefono con un amico.

Persino in versione famiglia.

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