Politica

Droga, spacciatore chi ha venti spinelli

Il reato non scatta se si dimostra che la sostanza è per uso personale. Gli altri limiti: 3 francobolli di Lsd, 5 compresse di anfetamine

Francesca Angeli

da Roma

Per gli antiproibizionisti le carceri si riempiranno di ragazzini colpevoli soltanto di aver fumato uno spinello. Per Andrea Muccioli, figlio di Vittorio e responsabile della Comunità di San Patrignano, le istituzioni hanno sostanzialmente «calato le braghe di fronte alla droga». Il governo ha messo a punto e reso ufficiali le tabelle che stabiliscono, per chi viene trovato in possesso di droga, la soglia oltre la quale si verrà considerati non più soltanto consumatori ma anche spacciatori di sostanze stupefacenti.
Un passo importante, come sottolinea vicepremier Gianfranco Fini, primo firmatario del ddl sulle droghe. «Con questo ultimo adempimento la legge può e deve essere rispettata», commenta con soddisfazione Fini. E al centrosinistra che promette di abrogare la legge in caso di vittoria alle elezioni Fini replica duramente. «Non vincono, ma se vincono e lo fanno, si mettono davvero in rotta di collisione con tantissime famiglie e tantissimi giovani - dice il leader di An - Lo Stato ha il dovere di combattere la droga, le droghe fanno male. Non è vero che con la nuova legge, che porta anche il mio nome, chi si fa una canna andrà in galera; ci sarà solo una sanzione amministrativa, una multa, una contravvenzione. La sanzione penale scatta per lo spacciatore; siccome tante volte lo spacciatore è anche tossicodipendente, in alternativa al carcere, se vuole va in una comunità di recupero».
Il provvedimento molto atteso perché rappresenta il motore della legge è stato messo a punto da un team di esperti che faceva capo al ministero della Salute. Gli addetti ai lavori hanno operato scelte precise: nella tabella si fa riferimento al principio attivo e non al peso reale della sostanza sequestrata e le sostanze prese in considerazione sono soltanto le più diffuse. Si fissa il tetto di 250 mg di principio attivo per l’eroina, che corrisponderebbero a 1,7 grammi di sostanza lorda e a circa 10 dosi. Poi 750 mg per la cocaina, cioè 1,6 grammi lordi e 5 dosi. Limite di 500 mg di cannabis, corrispondenti a 5 grammi lordi e a circa 20 spinelli. Tra le altre sostanze più diffuse, l’ecstasy con 750 mg (5 compresse), l’amfetamina con 500 mg (5 compresse) e l’Lsd con 0,150 mg, cioè 3 «francobolli».
Per il ministro per i Rapporti col Parlamento, Carlo Giovanardi, che ha illustrato la tabella si tratta di «parametri ragionevoli» che sicuramente non faranno «finire in carcere un ragazzo per un paio di spinelli». L’arresto scatta soltanto «quando è evidente lo spaccio» e le tabelle serviranno ad «uscire dall’attuale situazione di assoluta discrezionalità da parte del magistrato». In realtà l’accusa di spaccio non sarà automatica anche se si verrà trovati in possesso di quantità superiori a quella considerata per uso personale. Il consumatore però dovrà dimostrare che quella sostanza era destinata a suo uso personale. È proprio questo uno dei punti più criticati da chi, come Muccioli, chiedeva un giro di vite più duro nei confronti degli spacciatori. Sarà comunque il magistrato a decidere se far scattare o meno la denuncia penale. Oltretutto rispetto alle ipotesi fatte in un primo momento comunque le quantità massime consentite sono abbastanza alte soprattutto tenuto conto del fatto che si tratta di principio attivo. Sono anche superiori alle «modiche quantità giornaliere» stabilite dalla precedente legge, la Iervolino-Vassalli. Indubbiamente rispetto alle prime ipotesi la linea dura si è ammorbidita.
Per Giovanardi «è sorprendente come le critiche alla nuova legge sulle tossicodipendenze e alle allegate tabelle si elidano a vicenda, con l'accusa da una parte che le norme appaiono eccessivamente repressive e dall'altra che invece sono eccessivamente tolleranti». Per il sottosegretario alla salute, Cesare Cursi «Rispetto al nulla che precedeva questo provvedimento, visto che il tutto era rinviato alle valutazioni del magistrato in fatto di detenzione o di spaccio, oggi vengono fissati dei paletti ben visibili ».
Resta critico il farmacologo Silvio Garattini.

«Si tratta di limiti arbitrari -osserva- non prevale la logica di un possibile danno alla salute, che c’è anche con quantità ridotte di droghe, bensì l’esigenza amministrativa di fissare dei limiti per legge».

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