Ormai sembra che tutti abbiano fatto labitudine al disastro di Napoli e della Campania. Dalle decine di morti ammazzati per camorra dallinizio dellanno a quellemergenza rifiuti che ormai mette a rischio la salute di intere comunità per i cumuli di immondizia che invadono le strade, in particolare della provincia di Napoli. Molto è stato scritto, ma tutto è scivolato sulla pelle di Bassolino e della Iervolino, spettatori attoniti di un disastro ambientale da loro stessi generato e tollerato. Nelle ultime settimane, però, è accaduto qualcosa di più grave. Parte rilevante delle popolazioni locali sta passando allopposizione dello Stato e dei suoi tentativi di affrontare e risolvere lemergenza ambientale. In una realtà come quella napoletana e campana, in cui il senso dello Stato in questi ultimi lustri si è pericolosamente frantumato, questo passaggio allopposizione delle popolazioni locali pone un grande problema democratico. Non basta più lintervento del governo o le coraggiose iniziative di Bertolaso se ad essi le popolazioni locali, guidate dai rispettivi sindaci, si oppongono senza offrire alcuna alternativa. Ciò che drammaticamente manca, insomma, è la mediazione della politica, prima ancora che delle istituzioni, le quali, come è noto, se non sono innervate da una politica forte si trasformano in fuscelli in balìa degli umori popolari.
A Napoli e in Campania i Democratici di sinistra e la Margherita sono al potere ininterrottamente da quasi quattordici anni. Unera geologica. Esprimono il presidente della giunta regionale e il sindaco di Napoli, Bassolino e la Iervolino, oltre che 30-40 parlamentari. Chi sono, dove sono i dirigenti dei due partiti e i rispettivi parlamentari? Quando qualcuno di loro appare sulla scena, come in questi giorni il senatore Tommaso Sodano, presidente della commissione Ambiente del Senato, è solo per contrastare le iniziative del capo della Protezione civile Bertolaso e dello stesso governo. Daltro canto, nella sola provincia di Napoli, sono stati sciolti per infiltrazione camorristica oltre il 50 per cento dei comuni, quasi sempre governati dal centrosinistra. Ma dove erano e dove sono i dirigenti dei Ds e della Margherita e i loro rispettivi parlamentari? Un silenzio assordante, nel mentre sulle strade ci sono tonnellate di rifiuti e cresce una guerra di tutti contro tutti.
In Campania da quattordici anni manca il ruolo attivo dei partiti capace di portare ad unità dintenti i consiglieri comunali, provinciali e regionali e governare così un territorio che, almeno nellarea napoletana, sembra ormai in preda a unautogestione impazzita e irresponsabile. E, come se non bastasse, accanto ai Ds e alla Margherita, da quattordici anni nel governo della Campania e degli enti locali cè il partito dei Verdi, con i fratelli Pecoraro Scanio e, tra gli altri, con il presidente della Provincia di Napoli, Dino Di Palma. In una regione che esprime il ministro dellAmbiente cè un disastro ecologico, forse irreversibile. Non unidea, non una parola abbiamo sentito da parte dei Verdi e dello stesso Pecoraro Scanio, salvo landare in rotta di collisione con le decisioni collegiali del governo e delle iniziative di Bertolaso. Insomma, se il ministro dellAmbiente non è in condizione, nel proprio territorio, di governare il ripristino delle più elementari condizioni di vivibilità ambientale, quale credibilità potrà mai avere sul piano nazionale, nonostante le sue roboanti dichiarazioni quotidiane che i telegiornali della tv di Stato ci ammanniscono ogni sera?
Fassino e Rutelli non possono continuare, come partiti, a far finta di niente, lasciando alla deriva una regione e una città che governano da quattordici anni. Né possono, ignorando il disastro ambientale di Napoli e della Campania, annunciare che Bassolino e la Iervolino faranno parte del comitato promotore del Partito democratico. Un segnale allarmante che la dice lunga sulle radici e sulla credibilità della nuova forza politica.
Geronimo
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