Dublino decide sui maxi-tagli La Germania: l’euro è sicuro

L’Irlanda, in piena crisi finanziaria, prepara un duro piano di austerità per rimediare agli eccessi del passato. Oggi a Dublino il governo si riunirà in un consiglio straordinario con l’obiettivo di mettere a punto un rigoroso piano di contenimento alle spese e forse anche di rialzo delle tasse alle imprese, ferme al 12,5%. Le nuove misure puntano a recuperare 15 miliardi di euro in quattro anni, vale a dire il 10% del pil del Paese.
Il piano antideficit, potrebbe vedere definitivamente la luce martedì, secondo l’Irish Times. Mentre a Dublino sono in corso le trattative tra la missione Ue-Fmi e il governo irlandese, i paesi dell’Eurozona si preparerebbero a sborsare oltre 100 miliardi per salvare il Paese celtico. Ad apprezzare «gli sforzi senza precedenti» dell’Irlanda per puntellare le sue banche sommerse dai debiti, è il presidente francese Nicolas Sarkozy il quale non riesce ad «immaginare», dice, come Dublino possa riuscire nei suoi obiettivi senza ricorrere alla leva fiscale. Secondo il ministro dell’Economia tedesco Rainer Bruederle la crisi irlandese non rappresenta comunque un pericolo per l’euro. Non si può paragonare questa crisi con quella della primavera scorsa, ha detto aggiungendo che il Fondo salva-Stati è uno «strumento efficace per assicurare la stabilità dell’unione monetaria». Dublino, ha aggiunto, ha inoltre sufficienti riserve di liquidità e la situazione è sotto costante controllo.


Più pessimista Lorenzo Bini Smaghi, componente del comitato esecutivo della Bce, secondo il quale il rischio contagio è in agguato e serve una revisione del bilancio irlandese: solo allora si saprà se il Paese, che deve riportare il proprio deficit pubblico crollato al 32% del pil entro i margini del 3%, «potrà riacquistare la fiducia dei mercati finanziari». Il fattore tempo è determinante, ha aggiunto il banchiere centrale: «Se i mercati vedono che l’Europa ha difficoltà a risolvere un problema, potrebbero scegliere da soli la prossima vittima».

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