da Alghero
La Ducati è tornata a guadagnare. È il risultato di una politica che ha i suoi capisaldi nello sviluppo di progetti di grande raffinatezza concettuale, stilistica ed ingegneristica.
Il nuovo corso è stato aperto dal modello Superbike 1098 ed è ora ribadito dallHypermotard 1100, concepita e disegnata da Pierre Terblanche. La 1100 è ispirata alle moto della nuova specialità «supermoto» e, come queste, mischia un telaio da velocità con un assetto da motocross. Alla Ducati hanno calibrato bene le due componenti, senza eccedere, realizzando una moto molto equilibrata, con sospensioni a escursione ampia, ma non esagerata, da cui deriva unaltezza della sella ben accessibile (840 mm), che consente una guida agile, istintiva e sicura a bassa velocità, e che tale rimane anche nellandatura veloce poiché il telaio è derivato da quello delle superbike Ducati della precedente generazione. Il tutto è potenziato dal bicilindrico Ducati Sohc nella tradizionale esecuzione con raffreddamento aria-olio e che, nella cilindrata di 1100 cc, eroga 90 cv, con una coppia cavernosa già da 2.500 giri. Unesecuzione di alta qualità ha contenuto il peso in soli 178 kg sullHypermotard 1100 e 176 kg sulla 1100S, che impiega ruote Brembo in alluminio forgiato, anziché fuso. Una menzione speciale va alle nuove forcelle Marzocchi Usd50, prodotto che riporta la casa italiana alla sommità della tecnologia di settore. Sono le migliori sospensioni anteriori che abbiamo avuto modo di testare: solide e precise, scorrevoli e fluide in compressione e rilascio, e soprattutto con possibilità di regolazioni micrometriche rapide e precise. Il risultato è un avantreno nitido e sensibile. Abbiamo provato lHypermotard 1100 sulle strade dellentroterra di Alghero e la 1100S sul vicino circuito di Mores.
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