Leggi il settimanale

Ducati vince sulle piste e si ristruttura in fabbrica

Ducati vince sulle piste e si ristruttura in fabbrica

da Milano

Casey Stoner vince. Il concessionario Ducati vende. La famiglia Bonomi, proprietaria, si frega le mani per la super-rivalutazione dell’investimento. E anche il piccolo risparmiatore tiene un occhio puntato sul televisore la domenica pomeriggio e un altro sull’andamento del titolo a Piazza Affari.
È questa la catena che, dalla pista alla rete commerciale, ha trasformato una società semi-decotta in un caso di ristrutturazione da business school. Il risanamento è stato compiuto soprattutto in fabbrica. Ma, certo, il circo dello show-business del motomondiale, che secondo uno studio della società di analisi di mercato Stage Up vale in Italia quasi 28 milioni di tifosi-telespettatori-consumatori contro i 21 milioni di cinque anni fa, rappresenta una bella spinta per il marchio Ducati. Con un investimento relativo: lo squilibrio di bilancio della divisione corse, tra i costi e i ricavi, ammonta a 4 milioni di euro l’anno. E le previsioni sull’aumento di fatturato della Ducati sono interessanti. Se nel 2006 i ricavi erano stati di 305 milioni, quest’anno, per la società, dovrebbero salire del 26% a 385 milioni. Addirittura a 397 milioni secondo lo studio diramato ieri da Mediobanca, intitolato con ironia «Rolling Stoner... », dal soprannome maligno affibbiato al pilota australiano quando cadeva troppo: oggi Stoner non cade più.
E, a parte il duro capitombolo del 6,2% di ieri, avvenuto peraltro in una Piazza Affari dove l’S&P/Mib ha perso il 2,42%, di solito nemmeno il titolo Ducati lo fa. Il margine operativo lordo, per la società, sarà quest’anno compreso tra il 12% e il 13% del fatturato; un ordine di grandezza confermato da Piazzetta Cuccia che lo fissa al 12,4 per cento. Mediobanca stima un debito netto di 27 milioni, la metà di quello del 2006; nel 2005 era di 137 milioni. Merito non solo dell’effetto Gp, ma anche dei nuovi modelli hypermotard e della Superbike 1098. Una riproduzione fedele della moto di Stoner, la Desmo 16 RR, andrà in produzione a ottobre e sarà venduta a 60mila euro: gli ordini finora raccolti sono 1.200. Il risanamento è successivo a un biennio, il 2005 e 2006, che è stato caratterizzato da una contrazione dei margini dovuta alla necessità di aumentare le vendite, a suon di incentivi ai concessionari, sconti e promozioni e, allo stesso tempo, di effettuare investimenti per questi nuovi modelli. Con Invest Industrial, che tra la fine del 2005 e il marzo del 2006 ha rilevato da Texas Pacific Group il 29,9%, i Bonomi, storica famiglia del capitalismo italiano, esprimono oggi nel cda Carlo Umberto Bonomi, Dante Razzano, Roberto Maestroni e Gabriele Del Torchio, che è anche amministratore delegato. Alla soddisfazione per il ritrovato smalto industriale, c’è poi il gusto per il guadagno potenziale. Le azioni in mano ai Bonomi, dopo la chiusura con Tpg e un successivo aumento di capitale, hanno un valore di 0,68 euro.

Ieri il titolo, nonostante una seduta disastrosa, ha chiuso a 1,89 euro. Non male. Alla fin fine, per i proprietari, un’impennata del 178 per cento. Che, rispetto alle quotazioni di un anno fa, sale addirittura al 186 per cento.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica