È la rivincita di Milano. Due anni fa, era il gennaio 2008, lallora ministro allIstruzione del governo Prodi non ci andò leggero con le accuse: «Razzisti». Oggetto della lite tra Giuseppe Fioroni e il sindaco Letizia Moratti era la possibilità o meno per i figli degli immigrati clandestini di frequentare le scuole materne del Comune. Con una circolare, lassessore milanese Mariolina Moioli aveva introdotto il criterio della residenzialità per essere inseriti nelle liste dattesa. Esclusi, per dire, anche i figli dei genitori pendolari che abitavano a Mantova, Lecco o Varese. Ma il nodo erano le famiglie senza permesso di soggiorno, il governo di centrosinistra arrivò alla diffida: «O ritirate il provvedimento e consentite ai figli di clandestini di andare allasilo o vi togliamo i fondi statali e il riconoscimento della parità». Milano tirò dritto. Fino a febbraio, quando la mamma di una bimba marocchina presentò e vinse il ricorso contro la circolare delle polemiche. Il giudice del Tribunale civile stabilì che «i minori extracomunitari privi di residenza anagrafica hanno la possibilità essere iscritti alle scuole dinfanzia, purché abbiano in concreto la propria dimora abituale nellambito del territorio comunale». Lamministrazione che aveva tentato la battaglia per la legalità, rinunciò al ricorso. Inserendo in lista dattesa anche i figli di clandestini: attualmente in 83 frequentano le materne comunali (nessun caso ai nidi). Ma salgono inesorabilmente se si sommano elementari, medie, superiori. I genitori dopo la sentenza della Cassazione di ieri rischiano lespulsione. «Viene stabilito un punto fermo, che non si può fare carta straccia della legalità con la scusa dellistruzione ai minori», afferma il vicesindaco e deputato del Pdl, Riccardo De Corato. Un principio che «quando due anni fa venne applicato dal Comune di Milano, ci costò laccusa di razzismo.
Linfanzia non può essere strumentalizzata per far entrare gli irregolari e la polemica sugli asili vietati ai figli dei clandestini - incalza - fu strumentale e cavalcata anche dallex ministro Fioroni, che pretese di dare lezioni di diritto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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