Due coltellate al cuore per uccidersi

Un transessuale brasiliano trovato nel suo appartamentino seminudo, una lama piantata nel cuore e una seconda ferita al torace. Quanto basta per immaginare il solito delitto nell’ambiente della prostituzione. Invece con il passare delle ore, e l’incrociarsi delle verifiche, sembra proprio che il sudamericano possa essersi suicidato, anche se rimangono ancora particolari da chiarire.
Lutenberg Da Silva Burrus, 36 anni, viveva in un piccolo appartamento al pian terreno di via Montalbino 9, una stradina malconcia tra viale Marche e viale Zara. E ancora più malconcia era l’abitazione nel cortile interno che divideva con un coetaneo, anche lui brasiliano, anche lui transessuale. L’amico sarebbe uscito verso le 7.50 per un caffé e ricaricare il telefono. Al suo rientro alle 8.10, ha trovato la porta chiusa e sentito lamenti dall’interno. Preoccupato, anche perché sapeva che l’amico era depresso, ha chiamato il 113 e il 118. Dopo pochi minuti è arrivato un equipaggio delle volanti e un’ambulanza. Due spallate e la porta ha ceduto. Dentro, steso a terra, Lutenberg, meglio noto nell’ambiente con il soprannome di «Patrizia», un coltello piantato nel petto.
Mentre l’amico finiva dritto in questura, interveniva il medico legale che dopo aver constato la morte del sudamericano, riscontrava una seconda ferita vicino a quella mortale. L’amico della vittima ha spiegato agli inquirenti come «Patrizia» soffrisse di frequenti crisi depressive, tanto che faceva spesso uso di ansiolitici, e in quei giorni era particolarmente malinconico. Quindi ha ripercorso quei venti minuti trascorsi fuori casa secondo per secondo. Un racconto di cui gli investigatori hanno poi trovato puntuale riscontro: il barista confermava il caffé, il gestore telefonico la ricarica effettuata poco dopo le 8, le telecamere in zona lo avevano ripreso esattamente nei luoghi e negli orari da lui indicati.
Da un primo esame alla porta, sembra proprio fosse stata chiusa dall’interno, anche se le chiavi non sono state trovate nella toppa, ma per terra. Potrebbero comunque essere cadute quando i poliziotti hanno sfondato l’ingresso. Né sembra incompatibile la seconda ferita notata dal medico legale, accanto a quella mortale. Spesso chi si uccide con un coltello prima si ferisce con colpi che in gergo vengono definiti «d’assaggio». Insomma per il momento tutti i particolari raccolti andrebbero in un’unica direzione: Lutenberg Da Silva Burrus voleva farla finita e ha approfittato di quei 20 minuti di assenza del convivente per togliersi la vita in una maniera così cruenta.
Gli investigatori comunque stanno proseguendo nella ricerca dei riscontri, primo tra tutti ricette o flaconi vuoti di psicofarmaci. Poi stanno rintracciando amici e conoscenti per trovare conferma del suo stato depressivo. Per il momento hanno individuato un paio di vicini brasiliani che non sono riusciti ad andare oltre un generico: «Si, sono nostri connazionali, vediamo spesso gente entrare e uscire ma non li conosciamo bene».

Il magistrato di turno, Luca Gaglio, ha comunque aperto un fascicolo per omicidio volontario, atto dovuto che gli consente una serie di accertamenti. Primo tra tutti l’autopsia che si terrà domani mattina e potrebbe chiarire definitivamente cosa sia successo in quel povero pian terreno.

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