Due famiglie distrutte: la madre di Nicolò finisce in ospedale

da Roma

«Fatemi entrare sono la sorella. Che cosa è successo?». È arrivata correndo, con gli occhiali scuri che coprivano le lacrime, per abbracciare la sua Loredana. Ma l’ha trovata morta ed è svenuta tra le braccia degli agenti della squadra mobile, che hanno tentato di spiegarle che ormai non c’era nulla da fare. La sorella della vittima della tragedia di via dell’Acqua Paola, è stata la seconda persona a giungere sul luogo della tragedia. Prima di lei, quella scena agghiacciante era toccata al padre di Nicolò e alla madre, che si è sentita male ed è stata trasportata all’ospedale San Filippo Neri. Il marito, invece, ha seguito il figlio e per ore è rimasto davanti alla sala operatoria, per conoscere l’esito dell’intervento al quale il giovane è stato sottoposto. Poi, per tutta la notte, ha presidiato la camera del reparto di rianimazione, dove il giovane è ricoverato in gravi condizioni. Anche i vicini di casa dei due fidanzati non si danno pace. Parlano di una coppia tranquilla e affiatata. «Li vedevo insieme da anni - ha raccontato il proprietario di un ristorante a pochi metri dal civico 6 -. Gente tranquilla, con cui chiacchierare e farsi due risate. È impensabile quello che è successo, siamo tutti sconvolti. Il padre di Nicolò lavora in un’agenzia immobiliare. Sono brave persone e quei giovani non hanno mai dato problemi». Invece, quei due ragazzi qualche problema l’avevano. Dalle prime indiscrezioni sull’esame autoptico, infatti, sembrerebbe che Loredana abbia opposto in qualche modo resistenza.

Ma questo dovrà valutarlo il magistrato, che oggi ascolterà anche i conoscenti della coppia. Ieri, i pochi arrivati in serata, si sono limitati a piangere. «Non vogliamo parlare, non abbiamo nulla da dire - hanno dichiarato - solo che abbiamo perso due amici».

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