Le due "missioni impossibili" non fanno paura all’Inter

Il campionato ha restituito ottimismo all’Inter, la Champions potrebbe restituirle trionfalismo. Tornare vincenti da Gelsenkirchen sarebbe il trionfo di una stagione, comunque poi vada. E con Eto’o a secco e Pazzini fuori gioco Milito punterà tutta la sua credibilità su questa partita

Le due "missioni impossibili" non fanno paura all’Inter

Louis Van Gaal ha definitiva­mente perso il posto: il Bayern lo ha cacciato dopo l’ultimo pareg­gio in campionato. L’Inter gli ha rovinato due anni di vita: prima battuto in finale Champions, poi eliminato all’ultimo minuto. Un autentico tsunami. Il saccento­ne olandese sta peggio di Leonar­do. E forse peggio dell’Inter.Peg­gio di Leo, perchè Van Gaal ha un pedigrèe che Leo ancora non si è costruito. Finora Leonardo non ha vinto niente sulla panchi­na. Non altrettanto si può dire per l’Inter che si è costruita credi­bilità in questi anni, ha vinto tan­to ed è detentrice di scudetto e Champions.

Il campionato ha re­stituito ottimismo alla squadra (anche se le statistiche sono con­­tro), la Champions potrebbe re­stituire trionfalismo. Tornare vin­centi dalla mission impossible sarebbe il trionfo di una stagio­ne, comunque poi vada. Sarà davvero mission impossi­ble? Vista con occhi critici (solo ai tifosi, e ai giornalisti tifosi, è concesso ogni eccesso) c’è da grattarsi la crapa. Sabato Schalke e Inter hanno giocato a poche ore di distanza. I tedeschi contro il Wolfsburg di Diego (pareggio 1-1),l’Inter con il Chievo (succes­so 2-0). Ma nel gioco i tedeschi hanno fatto vedere assetto mi­gliore, dinamiche più convincen­ti, schemi più studiati ed efficaci di quelli nerazzurri. L’Inter, pe­rò, ha cuore e vecchia guardia inaffondabili: è l’unico, autenti­co punto di partenza per credere a tutto quel che in questi giorni recapitano, e recapiteranno, i pensierini nerazzurri. Ha comin­ciato Cambiasso: «Andiamo in Germania per qualificarci, non per fare bella figura». Che è un bel biglietto da visita. Gli altri si so­no accodati, Eto’o ha ricordato quella rimonta subita dal Barcel­lona. «Avevamo vinto 5-1 a Bar­cellona, al ritorno siamo stati sconfitti 4-0. Abbiamo la possibi­lità di fare una partita da sogno, l’importante è arrivarci con una buona gamba».

E qui arriva il dubbio. Come sta fisicamente l’Inter? Vedendo Nagatomo, va come una spia. Le­onardo ogni tanto si è dimentica­to il giapponesino. Non sarà un fenomeno calcistico, ma ha bir­ra in corpo che altri hanno esauri­to. Probabilmente toccherà an­co­ra a lui giocare sulla fascia sini­stra a Gelsenkirchen. Servirebbe­ro altre forze fresche: pure con­tro il Chievo il centrocampo ha giocato sui nervi e sulla voglia di non mollare. Ma il ritmo ha subi­­to grandi frenate. Cambiasso è ot­timo nel gestire la squadra, Thia­go Motta un po’ molle, Stankovic combatte col mal di schiena. Ser­ve gente che corra tanto. Ieri Kharja è rimasto fermo per l’in­fluenza e così pure Sneijder. Non proprio confortante, visto che in­sieme a Nagatomo e all’altal­e­nante Maicon sono fra quelli con più verve fisica. Poi c’è il problema della difesa: pure col Chievo qualche rischio di troppo (Samuel sta recuperan­do velocemente: tornerà prima della fine del campionato).

L’at­tacco fa garanzia, c’è stato qual­che colpo a vuoto e imprecisioni letali. Cambiasso ha eguagliato il suo record personale (6 reti)nel­­l’Inter di campionato, ma Eto’o non ci prende da tre partite e i gol falliti con Juve e Milan passeran­no alla storia. Pazzini non ci sarà. Milito punterà tutta la credibilità su questa partita.

Ce la farà? L’In­ter dovrà vincere 4- 0 o 6-3,c’è da grattarsi la testa. Meglio pensare al campiona­to? Probabilmente sì. Di certo nulla è perduto,nemmen l’ono­re. Anche se i numeri le danno già contro: da quando si gioca a 20 squadre, lo scudetto non è mai stato vinto con il punteggio oggi possibile ai nerazzurri, in ca­so di sei vittorie consecutive ( tan­te quante le partite mancanti). La squadra di Leo potrà raggiun­gere, al massimo, 81 punti. I quat­tro scudetti sul campo hanno ot­tenuto questi punteggi: 97 (2007); 85 (2008); 84 (2009); 82 (2010). Nel 2005 e 2006 la Juve ar­rivò a 86 e 91 punti. Nel 2004 il Mi­lan vinse con 82, ma era torneo a 18 squadre. Allora andiamo per sintesi.

Cambiasso ha orgogliosamente raccontato che tutto è possibile. «Per una squadra che ha ricon­quistato la coppa dei Campioni dopo 45 anni». Perfetto, ma sta­volta le missioni “impossibles“ cominciano a essere due: in Eu­ropa e in campionato. Tutto è possibile, ma...  

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