
Entriamo in una stanzetta silenziosa dello store Salmoiraghi e Viganò, non insonorizzata ma silenziosa, indossiamo gli occhiali (che sono prima di tutto dei bellissimi occhiali) e osserviamo la tavola ottometrica giacere inoperosa in un angolo. La signorina che ci aiuta con la «calibrazione», gentilissima ma molto ferma, ci avvisa che sentiremo per brevi istanti un rumore bianco un po' molesto, tipo quello di una radio che cerca di arrampicarsi sulla frequenza per afferrarla e sintonizzarsi. A questo punto ci chiede di iniziare a contare ad alta voce fino a quando non sarà lei a interromperci. E verso il «trenta», con il morbido, coreografico gesto con cui i direttori d'orchestra spengono il suono di tutti gli strumenti, ci dice che possiamo smettere. Dopo pochi istanti gli occhiali sono calibrati su di noi, sulla nostra voce, sul nostro udito. Usciamo dalla stanzetta ovattata e, fuori, è come se, improvvisamente, tutti quelli che ci stanno attorno avessero impugnato un microfono. Noi inclusi visto che ad arrivarci molto più nitida e forte è anche la nostra stessa voce. Quattro funzioni e il tasto del volume ci faranno scegliere su quale porzione di mondo metterci in ascolto. Sono gli occhiali con i super poteri di EssilorLuxottica, costano 1.100 euro, li hanno chiamati Nuance anche perché sono in sintonia con la vita e sono in grado di compensare perdite uditive lievi o moderate, cioè quelle di cui soffrono 1,2 miliardi di persone nel mondo. Una specie di missione, di «lascito» intuitivo di Leonardo Del Vecchio che, leggenda narra, negli ultimi tempi della sua vita era decisamente infastidito dagli scomodi, tradizionali apparecchi acustici e aveva «invitato» i suoi collaboratori in azienda a inventare degli occhiali che ovviassero al problema. Uomo di intuizioni e gusto il Cavaliere del Lavoro che per primo, nel 1988, firmando una licenza con Giorgio Armani, impose l'accessorio come un elemento di stile, un oggetto di moda e non più uno stigma.
Tre anni dopo la sua scomparsa, gli occhiali che ascoltano (già da un paio di mesi in Italia oltre che in Francia e Stati Uniti) sono pronti a sbarcare in Germania, Regno Unito e Spagna con un'accoglienza che ha superato molte aspettative. Perché ormai nei negozi che li distribuiscono (ad oggi 5000 negli Stati Uniti e in Emea tra punti vendita della rete EssilorLuxottica, ottici indipendenti e centri acustici, ma destinati a crescere fino a oltre 8000 entro l'estate) entrano anche persone che non hanno alcun problema di vista ma sono interessati alla «seconda» funzione dei «magici» smart glasses: secondo le stime dell'azienda si tratta del 30 per cento. Due modelli in due diversi colori, nero e bordeaux, un algoritmo (in continua evoluzione, fanno notare dall'azienda), diversi microfoni direzionali, lenti Transitions in dotazione, una batteria con un'autonomia che va dalle sei alle otto ore e un caricatore magnetico con ingresso Usb. Si attivano attraverso un'app (Nuance Audio App) e si possono controllare tramite app da smartphone o grazie al piccolo telecomando per un'esperienza completa (per chi non fosse troppo tecnologico). Le funzionalità base come accensione e spegnimento, controllo del volume e della modalità audio, possono avvenire direttamente tramite comandi sull'asta destra degli stessi occhiali. Una volta indossati, ognuno deve prendersi il proprio tempo e capire come «andarci d'accordo», sistemarli a seconda delle proprie esigenze e delle circostanze in cui ci si trova. Gli occhiali amplificano principalmente la voce di chi stiamo guardando (cosa che si può rivelare utilissima anche per chi non ha particolari problemi di udito ma ha la necessità di non perdere neppure una parola del proprio interlocutore in un contesto rumoroso), ma le funzioni permettono di orientare l'amplificazione uditiva o, al contrario, di «abbassare» i rumori di sottofondo. Uno degli aspetti fondamentali dei Nuance Audio è quello psicologico: non si indossa un apparecchio acustico, si indossa un bellissimo paio di «insospettabili» occhiali. Non ci si attira sguardi indesiderati addosso, non ci si sente a disagio, non si avverte fastidio. E questo è davvero importante, specie quando sono i giovani a doverne fare uso.
Perché per quanto le protesi acustiche di oggi siano leggerissime, trasparenti ed estremamente discrete, si tratta pur sempre di un oggetto estraneo infilato nell'orecchio. Senza parlare dei costi. I Nuance Audio sono venduti a mille e cento euro: anche aggiungendo il costo eventuale delle lenti graduate, per chi necessiti di entrambi i supporti, si tratta di un prezzo molto inferiore rispetto agli apparecchi tradizionali, riportando alla funzionalità due dei sensi più importanti. Sono gli stessi consumatori a spiegare cosa cercano: l'invisibilità, il confort, l'ascolto in ambienti rumorosi, e un miglior rapporto qualità-prezzo.
«Li ho acquistati una settimana fa. Mi hanno cambiato la vita» dice una delle clienti.
O Franco, che si emoziona persino un po' spiegando: «Ho recuperato autostima e mi sento più sicuro in varie situazioni, non come prima quando alla sola idea di dover stare in mezzo agli altri mi veniva l'ansia preventiva. Solo chi l'ha provato può capire la portata del disagio».
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