L'altra sera, giovedì per essere preciso, nei vicoli è scoppiata una rissa tra sudamericani in via Pré e una signora che viene sempre a passeggio coi suoi due cani al Porto Antico, dove lavoro, ha ricevuto la chiamata del marito che l'avvisava di non passare di lì perché sotto le loro finestre si menavano degli extracomunitari ubriachi e di fare il giro da dietro la via per raggiungere il portone. Mi domando questo: possibile che quando vivevano nei vicoli le bande di napoletani c'era molta più tranquillità e specialmente chi era conosciuto poteva passare di notte senza che gli succedesse nulla? Arrivati questi stranieri, come faranno i «vecchi» abitanti di questi vicoli della città antica a sopravvivere se quasi tutti i giorni sono risse e altro? Parlavano di rivalutazione dei vicoli, si: drogati, ubriaconi, ecc. Nei vicoli più stretti ci sono le prostitute già alle ore 18, tutte di colore.
Enrico Ghigino
Genova, centro storico: spaccio di droga alla luce del giorno, orde di bande giovanili sudamericane, cani di punkabestia che azzannano bambini... e il Comune che fa? Sguinzaglia le forze dellordine con ridicoli posti di blocco per il controllo delle auto, addirittura due in 200 metri e massacra di multe innocui motorini, rei di non essere parcheggiati esattamente al posto giusto e addirittura altri, palesemente rubati e cannibalizzati, per i quali basterebbe un accertamento sulla targa e toglierli dalla pubblica via, peraltro forse lunica, frequentata dai turisti in visita allAcquario. Grazie signor sindaco così ci sentiamo davvero sicuri e tutelati.
Ho assistito all'ennesima riunione per parlare del centro storico. Questa volta, però, la differenza stava nella presenza del Sindaco e di un po' di assessori. Ad ascoltarli, alle 5 della sera, i personaggi storici dei vicoli. I problemi non cambiano, anzi peggiorano. E nemmeno loro cambiano. Ascolti Cesare Simonetti e il suo provocatorio buon senso, vedi Rita Paglia che per non scaldarsi troppo cerca di calmare gli altri, vedi Otello Parodi e ti assicura che l'Amiu fa quel che può, c'è anche Mario Montesoro che ti spiega che senza prevenzione non si va da nessuna parte, c'è la professoressa Merello Guarnero che questa volta è rimasta senza parole e per una professoressa è un segnale poco incoraggiante. Ma non si può che rimanere senza parole quando si parla del centro storico. E già sarebbe un passo avanti non parlare più di centro storico, ma di valutare i problemi zona per zona. Via Pré e il suo degrado, il Ghetto e la sua troppo varia umanità, via del Campo sempre più bella e sempre più deserta, La Maddalena e le prostitute e poi San Bernardo, Erbe e zone limitrofe, che adesso fa più chic chiamarle «Rive Gauche». E si ritorna inesorabilmente a parlare di movida. Movida sì, movida no. O, meglio, no ai rompicoglioni, per dirla alla Furio Truzzi. L'assessore Mario Margini dice che il Comune è impegnato a far sì che siano più differenziate le attività nel centro storico e che non siano sempre e solo locali. Il Sindaco spiega che per ogni evenienza c'è la Circoscrizione come interlocutore principale. Se poi gli spiegassero che il Presidente della Circoscrizione non ha l'ufficio nei nuovi locali di Piazza Santa Fede, ma pochi piani sotto il suo, dietro Tursi, darebbe delle informazioni più corrette. Anche perché se un cittadino va in Santa Fede per parlare dei suoi problemi, più che un Ztl o un'occupazione suolo non gli danno. Però finalmente c'è una soluzione per i carruggi. Aprire confronti, governare percorsi, costruire tavoli. Metteteci anche delle sedie, così stiamo tutti più comodi.
Luciano Gandini
Giudizi pessimi e sacrosanti, quelli dei nostri lettori: la situazione del centro storico - che di «storico», ormai, può vantare anche il degrado - va peggiorando nella colpevole indifferenza dellamministrazione comunale («Genova è più bella. Punto») e nellassoluta impossibilità a esercitare un minimo di repressione da parte dei tutori dellordine («Nessuno tocchi Caino!»). Intanto i cittadini onesti che abitano nei vicoli resistono in maniera encomiabile, magari mugugnano, ma continuano a «presidiare» i quartieri in difficoltà.
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