Un duello di bel canto tra regine

Martedì prossimo ci sarà un’anteprima di beneficenza per raccogliere fondi per i bimbi del Sudan

Pietro Acquafredda

Pochissime opere nella storia del melodramma si sono attirate addosso i fulmini della censura e la cattiva sorte nello stesso tempo, come Maria Stuarda di Donizetti da Schiller, libretto del diciassettenne Giuseppe Bardari, «studente di legge».
Donizetti la scrive per Napoli, nel 1834, con in testa il chiodo fisso del debutto parigino ormai prossimo - procuratogli da Rossini - e la richiesta di un’opera nuova per la Scala. Il soggetto schilleriano racconta della guerra fra due regine: Elisabetta d’Inghilterra, protestante, e Maria Stuarda di Scozia, cattolica; e della fine tragica di una delle due, della regina cattolica: conclusione non ovvia in suolo italiano ma anche difficile da mandar giù, da una terza regina, quella di Napoli, Maria Carolina, lontana parente della Stuarda. L’una e l’altra ragione misero all’erta la censura che subito sì attivò, chiamando il librettista ed imponendogli i necessari cambiamenti. Intervenne, nel corso delle prove, la rivalità fra le due primedonne che si insultarono e vennero alle mani, e il debutto saltò definitivamente.
Ma a quell’opera cominciò ad interessarsi la grande Maria Malibran, voce e donna leggendaria, appena ventiquattrenne, che voleva portarla alla Scala; e ci riuscì nel dicembre del 1835; ma dopo sei recite appena, l’opera fu ritirata a causa di un nuovo pesante intervento della censura ed, anche qui, per qualche invettiva di troppo fra le due primedonne.
L’opera che si ascolterà a Roma si avvale della partitura ricostruita dalla Fondazione Donizetti di Bergamo, che ha fatto di tutto per riportare l'opera alla sua primitiva versione, quella di Napoli, lasciando poi alla scelta degli interpreti alcune varianti che si aggiunsero all’originale nel corso degli anni. Anche lo spettacolo è importato da Bergamo, dal teatro Donizetti, dove ha debuttato negli anni scorsi con la firma di Francesco Esposito, regista e costumista; scena (una pedana, un grande muro ed una grata) di Italo Grassi. Direttore Riccardo Frizza.
Importante banco di prova per le primedonne - Mariella Devia, per la prima volta interprete di Maria Stuarda; e Mariana Pentcheva, al debutto nel ruolo di Elisabetta - l’opera è centrata sul conflitto tra le due regine, che il regista avrebbe voluto sempre in scena per mostrare la specularità dei loro comportamenti, ma non è riuscito nel suo intento, perché l’opera già come si presenta, impegna tantissimo le due protagoniste, in palcoscenico e vocalmente. La Pentcheva, da parte sua, non solo ha messo da parte ogni rivalità fuori della scena, ma si è detta onorata di cantare con la Devia, un mostro sacro nel repertorio belcantistico che studierà attentamente per carpirne i segreti della sorprendente longevità artistica.
Martedì 22 ci sarà un’anteprima, il cui incasso andrà in beneficenza: per la costruzione di una scuola nel Sudan, patrocinata dall’Ordine di Malta. Teatro dell’Opera.

Gaetano Donizetti: Maria Stuarda. Direttore Riccardo Frizza, regista Francesco Esposito. Prima rappresentazione: giovedì 23, ore 20.30. Repliche fino a giovedì 30 marzo. Biglietti. Da 17 a 130 euro. Informazioni:06.481601.

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