Cultura e Spettacoli

Duemila di questi Comunicattivi

Ci sono settimane in cui l'oggetto di questa rubrica è obbligato. E sono quelle in cui si festeggiano compleanni, ricorrenze, feste. Certo, poi, a volte, capita di dimenticarsi o di non avere l'agenda aggiornata. E, solitamente, capita con i grandi amori: così come gli uomini italiani generalmente dimenticano di mandare fiori alle loro mogli nel giorno del proprio anniversario, così Sulla cresta dell'onda si è dimenticata di festeggiare le mille puntate del Comunicattivo. Che, a stare a guardare il capello, sono state celebrate il 23 febbraio con una puntata speciale, ospite Francesco Totti. In un certo senso, il Comunicattivo (in onda tutti i giorni dal lunedì al venerdì alle 15,37 su Radiouno) è come una moglie per questa rubrica. Perché ospita una seguitissima traduzione di Sulla cresta dell'onda in versione radiofonica, dove ci siamo tolti moltissime soddisfazioni. Una su tutte: criticare (motivatamente, ça va sans dire) alcune scelte di Radiouno dalle frequenze di Radiouno. E, addirittura, criticare (pacatamente, of course) il Comunicattivo dai microfoni del Comunicattivo. Per qualcuno, potrà essere un'attività ai confini del tafazzismo, la simpatica tradizione che consiste nel martellarsi i cosiddetti con una bottiglia. Per noi è un grandissimo esempio di libertà, di cui bisogna dare atto a Igor Righetti, che del Comunicattivo è l'inventore e l'anima, e a Bruno Socillo e Antonio Caprarica, che da direttori di Radiouno a quell'anima hanno dato voce. Per raccontare del Comunicattivo e delle sue mille puntate ci sono due modi. Il primo è farlo con i numeri: 333 ore e 33 minuti di trasmissione, sette tesi di laurea dedicate al programma, due blog, un fan club, due premi giornalistici, due libri, una canzone, un audiolibro, una filiazione televisiva, una media di seicento mail ed sms al giorno. Ma, forse, la seconda via per approcciarsi alla trasmissione di Righetti è migliore. Perché è quella dei contenuti. Non solo la versione radiofonica di Sulla cresta dell'onda, che ovviamente ci piace. Ma siamo partigiani, non vale. Il Comunicattivo ha un valore aggiunto anche per il fatto di avere un'agenda migliore della nostra e, ad esempio, per aver ricordato l'anniversario della morte di Alberto Sordi, cosa che le televisioni non hanno fatto. A reti unificate. Oppure, per aver portato la moda in radio. Fino all'anno scorso sarebbe stato impossibile. I vestiti, per definizione, sono qualcosa che richiede l'immagine, non la voce. E invece. L'intervista-confessione di Roberto Cavalli o il ricordo di Gianni Versace sono la dimostrazione che si possono indossare vestiti di lusso, come una Kate Moss o una Gisele, anche semplicemente con la voce. Certo, non di velluto.

Al Comunicattivo si addice di più il feltro.

Commenti