Duffy: bella, brava e glamour «Sono cresciuta senza musica»

Niente da fare, lei è un metro più avanti delle altre cantanti. Anche l’altra sera, nello showroom di D&G in centro a Milano, Duffy ha cantato cinque canzoni in versione acustica, dimostrando di essere probabilmente la miglior voce della nuova generazione. E pure il suo album di debutto Rockferry, che è stato per quattro settimane al numero uno in Gran Bretagna dove ha venduto 600mila copie, è sbarcato direttamente al sesto posto in Italia ma solo perché davanti si è trovato mostri sacri come Jovanotti o Vasco Rossi. Altrimenti era un candidato al numero uno. Insomma, è il momento di Duffy, che con il singolo Mercy, cioè il brano internazionale più suonato dalle radio in Italia, ha (ri)lanciato un nuovo look: quello della ragazzina acqua e sapone coi vestiti aderenti secondo la moda degli anni Sessanta. «Il primo gruppo che ho ascoltato nella mia vita – ha detto lei ieri - sono stati i Rolling Stones durante un programma televisivo degli anni Sessanta che mio padre si era procurato in videocassetta». Il programma era Ready, steady, go!, uno dei «cult» imperdibili per chi ami il rock e il pop della beat generation. E, unendo la freschezza dei Rolling Stones della swingin’ London con il soul della Motown, ecco che salta fuori il profilo musicale di Aimee Duffy, ragazzina di 23 anni molto vissuti che arriva da un paesino del Galles così sperduto che «laggiù non c’è neanche un negozio di dischi». Di sicuro, se si ascolta il suo singolo spaccatutto Mercy, l’idea che viene in mente è quella dei 78 giri, dei grossi dischi di vinile nero che mandavano suoni caldi, molto ritmati e pieni di tradizione. «Io non seguo le mode, con me non funziona il marketing», ha detto lei ieri ben sapendo che invece dietro al suo disco c’è una gigantesca (e motivata) operazione commerciale pronta a traghettarla, tra poco, anche negli Stati Uniti. In un universo musicale impegnato a individuare la nuova Amy Winehouse (senza considerare che la «vecchia» Amy è solo al secondo disco), lei è un caso a parte. E i fans se ne stanno accorgendo visto che il disco è molto alto in classifica anche in Francia, in Irlanda e nel resto d’Europa. «Ma io sono una ragazzina normale, faccio shopping e seguo le stesse abitudini di tutti», ha più volte ripetuto lei, forse a smentire una brutta storia (tirata fuori dall’irrispettoso ma spesso credibile Sun) secondo la quale lei sarebbe rimasta coinvolta nella macchinazione di un omicidio ai danni di un famigliare. Sarà.

Di sicuro la prova del nove delle sue qualità sarà l’8 giugno al Rolling Stone di Milano, dove arriverà per cantare tutto il suo nuovo disco, compreso il prossimo singolo Warwick Avenue più altre sei canzoni «che ho preparato a lungo». E se lo dice lei, che è un tipo precisino, c’è da fidarsi.

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