Duisburg, perquisite le case dei fratelli Strangio

La polizia setaccia le case e le vite delle vittime dell'attentato della 'ndrangheta. Controllate le abitazioni di Sebastiano e Giuseppe Strangio, il primo morto nella strage, il secondo non ancora rintracciato. C'è l'identikit dell'autista. I killer forse fuggiti in Olanda

Duisburg, perquisite 
le case dei fratelli Strangio
Duisburg - Tre ore. E' quanto hanno impiegato quattro poliziotti tedeschi per perquisire le case di Sebastiano e Giuseppe Strangio, i due proprietari della pizzeria "Da Bruno", teatro della strage di ferragosto. Sebastiano, cuoco del locale, è stato freddato durante il regolamento di conti avvenuto davanti al locale tra il clan degli Strangio-Nirta e quello dei Vottari-Pelle-Romeo. Dalle 11 alle 14 gli agenti con dei cani poliziotto hanno scandagliato ogni centimetro delle case dei due fratelli e soci calabresi emigrati a Duisburg da San Luca, un paesino della Locride.

L'identikit dell'autista Dell'autista che guidava l'auto per la fuga dei killer è stato diffuso un identikit: uomo alto 180-185, con i capelli scuri corti, lunghe basette e un grosso neo sotto l'occhio destro. Ma di lui e dei suoi compagni responsabili dell'assassinio di sei persone ancora non c'è traccia. Al vaglio degli investigatori anche l'ipotesi di una fuga in Olanda. Amsterdam, in particolare, potrebbe essere la via di fuga più probabile dei killer per sfuggire alla morsa dei controlli messi in piedi dalla polizia tedesca subito dopo l’esecuzione mafiosa del 15 agosto.

L'ipotesi della fuga in Olanda Nella città olandese il 28 marzo 2006 fu arrestato, dopo 10 anni di latitanza, Sebastiano Strangio, dell’omonima famiglia coinvolta nella faida di San Luca. Strangio, figura di primissimo piano, si nascondeva nei Paesi Bassi dove si occupava insieme al fratello di traffico di droga. In Olanda, Strangio teneva le file dei rapporti tra i clan calabresi e i cartelli colombiani del narcotraffico.

Lì il boss aveva frequenti rapporti con i capi dell’organizzazione residenti a Rosarno, In particolare, Rosario Arcutri e Antonio Ascone, entrambi legati alla famiglie Pesce-Bellocco. Nei paesi bassi i componenti del gruppo di fuoco entrato in azione a Duisburg potrebbero godere quindi di protezioni anche per un espatrio in luoghi più sicuri in Sud America.

I testimoni Un testimone ha raccontato, in un’intervista alla "Bild Zeitung", di avere visto i due presunti killer della strage di Duisburg. Il meccanico tedesco Michael M., 32 anni, passato in auto con tre colleghi davanti alla pizzeria "Da Bruno" prima del massacro, ha dichiarato: "Ho visto due uomini davanti al locale, avevano abiti scuri e uno stava sbirciando dentro la pizzeria dalla vetrina. Quando ci siamo fermati, si sono ritirati nell’ombra". L’uomo afferma di non averli visto in faccia.
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