Da sempre attenta studiosa delle trasformazioni sociali e dal 2000 direttore centrale dellIstituto Nazionale di Statistica, Linda Laura Sabbadini trova nella canzone degli Zero Assoluto la conferma delle difficoltà dei trentenni di oggi di crescere, di diventare adulti.
I 30 anni sono unetà critica. Perché?
«Perché è letà in cui i giovani si rendono conto di non essere più dei ragazzi, ma di esser diventati ormai adulti. Anche se spesso la loro situazione economica e sentimentale non lo conferma del tutto, specie se paragonata a quella dei genitori o anche dei fratelli maggiori».
In che senso?
«Dalle nostre ricerche emerge che è proprio questa la fascia detà più colpita dal calo occupazionale. E senza un lavoro solido è dura far progetti, pensare di prender casa e metter su famiglia».
È questo che li frena?
«Certamente non aiuta. Li destabilizza, rende insicuri e fa sentire inadeguati. Non mi stupisco che due cantanti di trentanni stiano spopolando tra i coetanei con quel ritornello. Parla di loro».
Per questo le coppie convivono sempre più spesso e si sposano più tardi?
«La convivenza serve come una prova pratica per verificare la stabilità dellunione. Ormai circa un terzo delle coppie che arrivano allaltare hanno passato prima un periodo sotto lo stesso tetto. È così che cercano di evitare un fallimento, ovvero la separazione, che rappresenta un trauma psicologico ed emotivo».
Però sono tanti i trentenni che vivono sotto lo stesso tetto di mamma e papà...
«È vero.
Mammoni?
«Non li definirei mammoni. Il contesto in cui vivono è difficile, il percorso di transizione allo stadio adulto è pieno di ostacoli».
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