Cronaca locale

È durata tre giorni la fuga del tredicenne di Inzago

È durata tre giorni la fuga del tredicenne di Inzago

La fuga da casa perché aveva preso due voti pessimi, un 2 in diritto e un altro in matematica, al primo anno dell’Istituto Grafico di Treviglio, a causa dei quali aveva anche rimediato la punizione dei genitori: una settimana senza poter guardare la televisione. Ma, provvidenzialmente, il tredicenne che giovedì alle 17 aveva inforcato la sua bicicletta facendo perdere le proprie tracce dalla sua abitazione di Inzago, in cui ha sempre abitato senza mai dare un problema, con padre, madre e due fratelli più grandi, è stato ritrovato ieri mattina a Lodi mentre dormiva davanti alla cucina di un hotel a quattro stelle.
«Cosa fai qui?», gli ha chiesto ieri mattina Chiara Passoni, addetta alla reception dell’hotel Lodi, che stava entrando per iniziare il suo turno di lavoro, dopo averlo visto seduto a terra, svegliato da un’addetta alle pulizie. Lui ha risposto: «Niente». Nemmeno il tempo, per Chiara, di entrare in albergo, posare cappotto e borsa e tornar fuori che il giovane sembrava scomparso. Ma lo rintraccia, nel parcheggio antistante, un cliente che sta rientrando proprio in quel momento in hotel. Lo vede disorientato, gli chiede di entrare un po’ al caldo. Chiara e il suo collega Maturin Goli al quale sta dando il cambio turno se lo ritrovano davanti. Sarà Maturin a chiamare i carabinieri del comando provinciale di Lodi. Che, subito, lo identificano: lui dirà senza problemi ai militari come si chiama e di dov’è. Chiara spiega: «Sembrava molto spaventato, intimidito. Infreddolito e un po’ disorientato. Siamo riusciti a fatica a offrirgli un cappuccino». Poi la comunicazione ufficiale del ritrovamento ai titolari delle indagini, i carabinieri di Cassano D’Adda. E l’avviso immediato alla famiglia che finalmente può piangere dalla felicità.
Il padre Christian ieri ha voluto dire, anche a monito per chi è genitore: «In questi due giorni ho imparato migliaia di cose. Questa è stata davvero un’esperienza che ha cambiato la mia vita. Nel senso che vale la vita, a ogni costo. E il brutto voto non deve davvero avere nessuna importanza nel rapporto tra padre e figlio. Il mio figliolo è un perfezionista. Si è pentito due ore dopo essere scappato di casa ma è così puntiglioso che a quel punto non riusciva a tornare, anche se avrebbe voluto, perché si rendeva conto e si vergognava di quanto aveva fatto. Avrebbe, così, potuto incappare in brutte, bruttissime esperienze. Grazie al cielo tutto è andato bene. Ringraziamo all’hotel che ha voluto segnalare la sua presenza e un grazie anche ai carabinieri che in questi giorni ci hanno mostrato un lato umano che mai avrei potuto immaginare». E commovente è stata la scena dell’incontro tra genitori e figlio ritrovato. Nessuno è riuscito a parlare in quei lunghi, interminabili minuti.

Protagoniste: le lacrime di tutti.

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