E adesso i giudici vogliono sentirlo contro il senatore

A settembre la Corte aveva detto «no». Troppo generici e confusi quei riferimenti di Massimo Ciancimino a Marcello Dell’Utri, per entrare nel processo d’appello di Palermo al senatore del Pdl, all’epoca quasi a sentenza. Poi vennero Spatuzza e i fratelli Graviano. E adesso, che finalmente si intravedeva la conclusione, il nuovo colpo di scena: la Procura generale di Palermo potrebbe ritentare la carta Ciancimino junior, e chiedere di nuovo che il figlio del sindaco del «sacco» di Palermo venga ascoltato come testimone al processo per concorso esterno in associazione mafiosa al senatore Pdl.
Il nodo sarà sciolto all’udienza di domani. L’ipotesi che l’accusa tenti il tutto per tutto, ribadendo la richiesta di sentire l’aspirante pentito circola con insistenza negli ambienti giudiziari di Palermo. La Procura starebbe infatti per trasmettere alla Procura generale i verbali appena depositati al processo Mori. E sembra proprio che il pg Antonio Gatto intenda ribadire la propria richiesta. Tanto più che formalmente l’istruttoria dibattimentale è ancora aperta, visto che la requisitoria è stata interrotta per ascoltare il pentito Spatuzza. Di contro però potrebbe essere la Corte a rigettare nuovamente la richiesta.
Si vedrà all’udienza di domani, dunque. E intanto arrivano le prime reazioni all’esternazione a tutto campo di Ciancimino.

Il vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera Enrico La Loggia annuncia querela: «Mi auguro solo – ha detto – che Ciancimino abbia confuso il mio nome con quello di qualcun altro. Comunque io querelo. Non ne posso più di vedere il mio nome oggetto di calunniose e infamanti affermazioni».

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