(...) lha superata dappertutto, in Liguria. E se la si vuol dire tutta, mentre la Margherita calava i Comunisti italiani crescevano, dal 2.4 del 2001 sono passati al 3.042. È chiaro che nulla sarà più come prima. Perché, scandiscono Giacomo Conti il segretario ligure del Prc ed Enrico Vesco il segretario ligure del Pdci, è inutile che adesso la Margherita dica, come ha fatto ieri lassessore regionale Luigi Merlo, che ha perso perché «paga il prezzo di essere una forza di frontiera rispetto a una campagna urlata come quella della Rosa nel pugno o alcune posizioni estreme di Rifondazione». Enno: «Eravamo alleati anche alle regionali, quindi altre sono le analisi da farsi: gli elettori hanno dato un segnale chiaro, premiando chi come noi fa proposte radicali pur nellunità della coalizione, e non appartiene ad alcun progetto moderato di partito democratico».
Tiè. Vesco lo dice col tono di chi altro che il pane e cicoria di Rutelli ha ingoiato: «Il mio partito dovrà essere tenuto in maggior considerazione, non potremo più essere considerati gli invitati per cortesia, adesso abbiamo il pieno diritto di incidere sulle scelte». Conti quasi lo urla: «Questa è la parola fine alle alchimie e ai giochi di Ds e Margherita, basta con i tentativi di tagliare fuori i partiti più radicali. Adesso deve aprirsi una fase nuova di confronto fra le forze del centrosinistra, per un programma condiviso e sulle scelte delle candidature». E il punto è questo, le prossime elezioni comunali e provinciali, alla Spezia e soprattutto a Genova. I Comunisti italiani rivendicano «voce in capitolo su tutto: scelta dei candidati, composizioni delle giunte, programmi», Vesco fa anche appello agli ex compagni del Prc: «Uniamo le forze». Conti replica che, ecco, «son loro che se ne sono andati, ma se vogliono unire le forze ben vengano». E punta alto: «È chiaro che chi proponeva un sindaco di Genova della Margherita dovrà ravvedersi, perché Rifondazione ha un peso maggiore». Era stato Claudio Burlando il presidente della Regione ad aprire agli amici centristi per il post Pericu. Sorpresa, aveva fatto male i conti. Così, il Prc propone le primarie per la scelta del candidato e ieri il segretario provinciale dei Ds Mario Tullo non ha potuto dir di no.
E poi ci sono i programmi, là dove il rinnovato peso dei comunisti potrebbe farsi sentire su ogni decisione, dai Pacs ai buoni scuola. I due segretari non infieriscono: «Cose di sinistra ne stiamo già facendo in Regione». A parlare però saranno le future votazioni. Cè da chiedersi, per dire, come finirà la proposta di legge che ieri lazzurro Matteo Rosso ha scovato fra gli ultimi atti depositati in consiglio regionale. È firmata dai Verdi Cristina Morelli e Carlo Vasconi, si intitola «Norme contro le discriminazioni determinate dallorientamento sessuale o dallidentità in genere» e pare una di quelle proposte cui Margherita e Udeur strenuamente si opporranno e cui invece la sinistra sinistra non saprà dir di no. Dice che la Regione dovrà attivare «specifiche politiche del lavoro per transessuali e transgender», e promuovere «ladozione di modalità linguistiche e comportamentali» rispettose nei confronti di ogni orientamento sessuale, modalità che dovranno diventare obbligatorie nella formazione del personale degli uffici pubblici. Ancora, il Corecom dovrà «effettuare una rilevazione sui contenuti della programmazione televisiva e radiofonica regionale e locale eventualmente discriminatori», e «appositi fondi» saranno destinati dal piano sanitario regionale per le garanzie del caso in ambito di Asl.
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